Testimonianze della civiltà contadina: le strade vicinali

di Maria Ratto
articolo tratto da Il Giornalino della Val Vobbia (n° 17, estate 1999)

Quando mancavano totalmente le strade automobilistiche, tutti i paesi erano collegati fra loro dalle strade mulattiere. Esse venivano tenute in ordine dalle prestazioni di tutti gli uomini di età compresa fra i 18 e i 60 anni. Ogni uomo era tenuto per legge a compiere quattro giornate di lavoro non retribuite. A questa prestazione erano tenute anche le bestie da lavoro: muli e buoi.
Queste prestazioni si chiamavano "comandate".
Il regolamento per le prestazioni d'opera per la viabilità obbligatoria è del 1895, compilato quindi a Crocefieschi e approvato nello stesso anno dalla Giunta Provinciale Amministrativa.
Esso dice che ogni capo famiglia, ogni individuo dai 18 ai 60 anni e ogni bestia da soma, da sella o da tiro è tenuto a queste prestazioni. L'elenco degli obbligati è compilato ogni anno in dicembre da una apposita commissione. Ogni uomo può essere esonerato solo dal medico. Sono esclusi gli animali destinati solo al commercio, alla consumazione o alla riproduzione.
Chi non partecipa deve pagare una tariffa che per gli uomini è di L. 1,60.
Nel 1897 le giornate complessive in tutto il comune, quindi Vobbia e Crocefieschi ancora uniti sono 5696 per gli uomini, 48 per i buoi, 215 per cavalli e muli, 96 per gli asini per una somma complessiva di L. 9995,20. E per il Comune era un bel risparmio.
Le strade però non erano solamente quelle che collegavano i paesi ma anche quelle che dai paesi portavano nei boschi e nei terreni.
Erano le così dette strade vicinali. Anche in queste i contadini prestavano la loro opera per la manutenzione e non solo nelle quattro giornate obbligatorie, ma sempre, quando ce n'era bisogno.
Con quale cura le liberavano dalle pietre, aggiustavano i muretti, facevano i solchi per deviare l'acqua piovana nei vicini rii, perchè la strada non diventasse essa stessa un ruscello. Ora tutto questo non si fa più perchè non c'è più nessuno che lo possa lo sappia fare e le nostre strade di campagna sono diventate tutto fuorché una strada. La cultura contadina è stata purtroppo dimenticata.
Lungo queste strade, ad intervalli abbastanza regolari, si trovano le "pose". Che cosa erano?
Il contadino aveva sempre qualche cosa da portare sulle spalle tornando a casa dal lavoro: la gabbia di fieno o di foglia, il fascio di fieno o di legna, il sacco di castagne, ecc. Nelle pose egli poteva posare il carico, riposarsi e riprendere fiato.
Le "pose" erano ripiani sostenuti da un muro naturale o costruito appositamente, all'altezza delle spalle di un uomo. Su questo ripiano il portatore poteva posare e poi riprendere il suo carico stando in piedi e quindi facendo il minimo sforzo. La sosta alla posa non era solamente un momento di relax ma anche l'occasione per scambiarsi qualche parola sui lavori, sul tempo, sull'andamento dei raccolti, e, perché no? Anche qualche "ceto" cioè trasmettere e apprendere notizie. Infatti, si dice che spesso, alla "posa", si trovavano insieme anche otto o dieci persone.
Ora le "pose" mancano quasi tutte o perché franate, o distrutte inconsapevolmente da chi ignora totalmente le fatiche del passato.
E già che siamo in argomento di "pose" ci piace ricordare anche la "leva" mobile: era di legno e si portava nei campi per caricarsi sulle spalle le ceste di letame o la terra che si portava dal fondo della "fascia" alla sua sommità.

 


 

Links



Pagina pubblicata il 4 maggio 2005, letta 5755 volte dal 23 gennaio 2006
Per esprimere un commento su questo articolo si prega di contattare la redazione via e-mail