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Perché mai dovrei crescere?

Poesie di Marco Saya

di Marco Saya
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Graffinrete 'editoria on-line'  link esterno , sezione editoriale dell'Associazione Alinet, già dall'anno 2001 porta avanti una ambiziosa iniziativa: la creazione di un'antologia di poesia italiana contemporanea inedita.
Alla composizione di tale antologia sono invitati a partecipare, in maniera libera e gratuita, tutti gli autori interessati.
Da tale antologia estrapoliamo e pubblichiamo alcuni componimenti del poeta Marco Saya.

Marco Saya è nato a Buenos Aires, dove ha trascorso "i suoi primi tre anni" per poi trasferirsi a Rio de Janeiro per circa 7 anni.
Dal '63 risiede a Milano. Dopo aver ultimato gli studi classici ha sentito e deciso che la musica e la chitarra jazz (hobby che già coltivava a 14 anni) sarebbero state la sua vita e professione.
Scrive testi per canzoni, tentando di avvicinarsi alla poesia e più in generale alla scrittura, che è stato un passo naturale e spontaneo.
Non ha temi preferenziali; tutto ciò che accade nel quotidiano e che è realmente vissuto merita di essere raccolto in semplici e sincere parole, come pagine di un diario.

 

 

Perché mai?

Perché mai dovrei crescere?
Un bambino vuole vivere l'eterno gioco
Il righello disegna angoli ottusi
Foglie morte vestono l'innocenza di una pelle liscia

Perché mai dovrei essere?
Chissà chi di anonime sembianze
Un vecchio grammofono riga il solito solco
Crepe di un soffitto che ci piove addosso

Perché mai dovrei amare?
Immagine speculare di me storpio
Candida illusione di un bicchiere pieno a metà
Sete interiore di vuoti da colmare

Perché mai dovrei vivere?
Gli altri hanno di nuovo deciso
Vecchia fiaba, un cucciolo senza Biancaneve
Sette vite sprecate per un gatto randagio

Perché mai è tutto così?
Succede il tempo che abbraccia la morte
L'infinito dell'orizzonte terra di nessuno
L'occhio non arriva ad afferrarne il confine

 

 

Sono contento

Sono contento

Non scarabocchio più il tuo nome dove capita
Riflesso lontano di un amore offeso
Naufragato e affondato senza superstiti.

Sono contento

Il risentimento cede il passo all'indifferenza
Panacea di rimpianti assopiti
Sepolti da giovani cicatrici.

Sono contento

Immagini di un volto nuovo, pulito, sincero
Aspettano da qualche parte...
Questo maledetto tempo, ora non più
Il nemico da sempre temuto e osteggiato.

Sono contento

Un blues sospirato in dodici battute
Dodici i battiti di passione per una diversa stagione
Improvvisazione di pause incerte follemente da vivere
Note lunghe per arrivare alla fine dell'assolo.

Sono contento

Liberato dalla tua assenza
Finalmente libero dalla tua presenza.

 

 

Passeggeri

Una macchina ed il passeggero
Tergicristalli salutano una giornata piovosa
La discussione si fa fitta come chicchi di grandine
Sale d'intensità con la minaccia di un tuono
Il fulmine della parola colpisce il bersaglio
Il passeggero improvvisamente scende
Lo specchietto allontana una figura
Ora è un puntino
Svanisce nel nulla di tutte le cose

 



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Pagina pubblicata il 5 novembre 2006, letta 5746 volte