Valdaveto.net > Articoli e ricerche di carattere storico > La nascita del Comune di Rezzoaglio
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Pagina pubblicata il 19 agosto 2009, letta 3302 volte
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In epoche più recenti anche le diverse collocazioni territoriali giocarono un ruolo determinante. Santo Stefano d'Aveto era posta all'estremità settentrionale dello stato e quindi difficile da raggiungere durante la stagione delle piogge e nel periodo invernale; Rezzoaglio invece, posta sul baricentro rispetto alle altre ville dello stato, era più semplice da raggiungere. Tutto ciò, unitamente al campanilismo che negli anni si era venuto a creare (gli interessi del polo emergente di Rezzoaglio non venivano abbastanza tutelati da Santo Stefano d'Aveto per ovvie ragioni commerciali), fornì le condizioni perché si addivenisse alla separazione.
Per inquadrare il fenomeno dal punto di vista storico mi limiterò a citare e a segnalare alcuni documenti.
G. Fontana, Rezzoaglio e Val d'Aveto - Cenni storici ed episodi
G. Fontana, "Rezzoaglio e Val d'Aveto - Cenni storici ed episodi", Rapallo 1940, Scuola Tipografica Emiliani, pagine dalla 131 alla 135.
Vecchie aspirazioni
Prima che Rezzoaglio venisse innalzato a capoluogo di comune, l'aspirazione più viva e radicata nell'animo della sua popolazione era l'indipendenza del paese.
Ciò va ricercato in parte nel passato storico di Rezzoaglio, già sede di una piccola Signoria, e soprattutto nella sua ubicazione centrale nella valle dell'Aveto.
Nel 1874, dal consiglio amministrativo dell'antico comune di S. Stefano d'Aveto, veniva decentrata la centralizzazione della sede comunale, cioè il trasloco della medesima da S. Stefano a Rezzoaglio. Tale deliberazione però non fu realizzata, poiché venne accampato il pretesto che Rezzoaglio mancava di un locale degno allo scopo.
S. Stefano valevasi di tale pretesto, quando a sua volta per sede comunale disponeva di una misera casetta, tolta in affitto.
Sorse allora a Rezzoaglio un gruppo di individui, i quali si assunsero l'impegno di costruire, a loro spese, il caseggiato mancante. Questo, su disegno di un architetto di Roma, doveva sorgere dirimpetto all'entrata del piazzale della chiesa, e oltre una sede modello, se la discordia non fosse sopravvenuta fra i soci, sarebbe risultato un perenne attestato di affetto al paese, degno d'ammirazione.
Malgrado fosse naufragata la centralizzazione del comune, approvata dal consiglio nel 1874, nell'animo dei rezzoagliesi non spegnevasi l'antico ideale di indipendenza.
Nel 1882 nella colonia di Milano formavasi appositamente una società per raggiungere tale scopo, denominata Avetana, la quale però poco sopravvisse alla propria fondazione. Lo spirito di campanile esistente fra i due paesi, sopravviveva negli animi anche in terra lontana.
La numerosa colonia Avetana, residente a New York, fu sempre divisa in due campi. Mentre quella della zona di S. Stefano d'Aveto aveva una società di Mutuo Soccorso, intitolata al suo paese, quelli appartenenti alla zona rezzoagliese ne disposero sempre una per proprio conto, denominata Avetana, forse in omaggio di quella di un tempo sorta a Milano. La società Avetana di New York, fondata da alcuni rezzoagliesi nel 1886, ancora attualmente sussiste (anno 1940), fiorente con oltre 200 soci, nonché casa propria e un fondo di cassa.
Fra i rezzoagliesi, che maggiormente si distinsero nel dare prove di illimitata devozione al paese, merita di essere ricordato un certo Neri Antonio fu Tomaso di Esola, della famiglia denominata "Berettun" il quale oltre appartenere ai fondatori della Società di Mutuo Soccorso Avetana di New York, fu strenuo sostenitore delle aspirazioni e diritti di Rezzoaglio. Il suo tenace e patriottico contegno fu una volta promotore di nota gaia. Diffusasi la falsa notizia della sua morte avvenuta in New York, dove risiedeva parte della sua famiglia; a Santo Stefano d'Aveto appena fu appresa la ferale notizia, il dispiacere fu così profondo che molti bicchieri furono vuotati in suo suffragio.
Sempre a titolo di umorismo accennerò ad una dimostrazione fatta nel 1889 dagli abitanti di S. Stefano d'Aveto ai rappresentanti comunali di Rezzoaglio.
Essendo stata nuovamente presentata nel Municipio di S. Stefano d'Aveto, la pratica per il centralizzamento della sede comunale, dopo un esito sfavorevole, i rappresentanti di Rezzoaglio, nell'uscire dal Municipio, notarono sulla piazza un numero grande di tregge, adibite di solito al trasporto della legna e del letame, nonché basti, corde e carriole. Chiesto di che si trattasse e come mai tanti attrezzi del genere fossero accumolati in quel punto; con aria innocente, velata di ironia, si sentirono rispondere che trattandosi di trasportare il comune a Rezzoaglio, quegli arnesi erano appositamente lì a loro disposizione.
Nel 1907 a Rezzoaglio nuovamente sorgeva la società Avetana, ma al pari di quella di venticinque anni prima ebbe vita breve.
Nel 1910 l'estrazione del numero di leva, che da tempo si effettuava a Rezzoaglio, come luogo di centro, in quell'anno, senza giustificati motivi, veniva traslocata a Molini. Simile arbitraria disposizione, decideva allora la nuova creazione a Rezzoaglio di una società, mirante alla tutela dei diritti del paese.
Come segretario di quel circolo, ricordo che dopo quattro anni dalla sua fondazione, oltre una organizzazione perfetta, esso contava 150 soci e parecchie migliaia di lire di fondo cassa.
Nel 1911, in occasione delle elezioni politiche, nel collegio di Rapallo, dal quale dipendeva, il comune di S. Stefano d'Aveto, si presentarono a candidati l'avv. Carlo Cavagnari, deputato uscente, galantuomo dello antico stampo, e il