Torrio, il paese dimenticato

di Cristoforo Campomenosi
articolo scritto, indicativamente, intorno all'anno 1998
fotografie a cura di Torrio.it  link esterno

Nell'articolato panorama delle località della Val d'Aveto, Torrio occupa un posto particolare, per alcune sue caratteristiche che ne fanno un paese unico e straordinario.
Anzitutto occorre dire che, nonostante la sua vicinanza a Santo Stefano d'Aveto, il territorio è situato nel comune di Ferriere in provincia di Piacenza, Emilia-Romagna.
In questo tratto il punto di ingresso in Emilia è segnato, anche se in modo meno enfatico rispetto allo storico Rubicone, dal modesto ma certamente più limpido Rio Remorano.
La seconda particolarità è che il paese, al centro della vasta conca delimitata dalla Ciappa Liscia, dal Crociglia e dal Monte di Mezzo, per un grande fenomeno franoso scivola lentamente verso valle.
La zona è ricchissima di acque sorgive che sgorgano da ogni angolo e che probabilmente sono anche la causa della frana. Tutto questo in un ambiente naturale di incomparabile bellezza e suggestione, con un paesaggio in continuo movimento e trasformazione, in cui si incontrano formazioni rocciose, guglie, campanili, detriti, cavità.

A causa del movimento franoso l'abitato sarebbe stato inesorabilmente destinato a scomparire, se la tenacia e la caparbietà dei suoi abitanti non lo avessero salvato: ogni famiglia, abbandonata al suo destino la vecchia casa pericolante, ha costruito una nuova abitazione alcune centinaia di metri più a nord, nella zona dove un tempo sorgeva solo la chiesa e dove il terreno è saldo e fermo.
È nato così un nuovo ridente villaggio, esposto in pieno sole, ai piedi dei prati e dei pascoli del Crociglia.

Torrio

Il problema della dipendenza amministrativa dal comune di Ferriere invece non è mai stato risolto.
Bisogna ricordare che, mentre Torrio si trova in Val d'Aveto, il capoluogo comunale è nella valle del Nure, al di là del valico del Crociglia e del Cantone, situati a circa 1500 metri di altitudine.
Data la minore distanza e la facilità di accesso, il paese ha sempre gravitato su Santo Stefano d'Aveto.
Fino ad una quarantina d'anni fa gli uomini di Torrio, con l'immancabile asinello e le donne col sutèstu (in italiano cèrcine, panno per portare carichi sul capo), venivano a Santo Stefano a far spese, portare il grano al mulino, vendere i loro prodotti.
I genovesi apprezzavano della località piacentina soprattutto il burro, le pere e la paglia di segale per coprire i barchi.
Con l'avvento dell'automobile Torrio si è trovato tagliato fuori da ogni via di comunicazione: solo nel dopoguerra una stradina sterrata (ora asfaltata) lo collegava al fondovalle e a Rezzoglio, verso cui per un certo periodo si diressero i suoi traffici.
Di collegamenti con Ferriere nemmeno a parlarne: ancora oggi per raggiungere il comune occorre fare un giro di oltre 40 chilometri, a meno che nella buona stagione non si decida di attraversare il Crociglia (meglio se con un fuoristrada) percorrendo circa 20 chilometri.
Poi a un certo punto è stata costruita una strada da Santo Stefano: ed ecco che, come ai tempi antichi, Torrio si è trovato congiunto da sei chilometri di carrozzabile alla nostra località riscoprendo un'antica vocazione di integrazione e di vicinato tra i due centri abitati.
Purtroppo nel frattempo il paese si è quasi spopolato: i giovani se ne sono andati a Genova, in Riviera, a Torino, ma soprattutto in Francia da dove, ogni anno ad agosto, tornano in massa rendendo la località nuovamente animata e viva.

Torrio: la chiesa

Purtroppo ai servizi pubblici degli abitanti di Torrio sembra non pensare nessuno: Ferriere è in un'altra valle, Santo Stefano in un altro comune e gli abitanti di Torrio si sentono dimenticati.
Essendo l'acqua la loro prima ricchezza, hanno così deciso di sfruttarla. Ma in che modo?
Forse per irrigare, per alimentare una centrale idroelettrica?
Neanche per sogno. Intendono usarla per... asfaltare la strada che porta a Santo Stefano!
Così alcuni anni fa, quando il comune ligure deliberò di costruire un acquedotto che portasse l'acqua ad alcune nostre frazioni, gli abitanti di Torrio, col loro modo di fare mite ma deciso, dichiararono:

"Prenderete l'acqua solo se ci asfalterete la strada."
"Ma come..." - risposero gli amministratori di Santo Stefano - "...dobbiamo spendere un mucchio di soldi per una frazione che non è nostra e che non ci dà nemmeno un voto?"
"Prendere o lasciare!" - ribadirono dall'altra parte - "In fondo chiediamo solo di avvicinarci per portarvi i nostri soldi."

E così fino ad ora nulla è stato fatto.
Gli abitanti di Torrio arrivano a Santo Stefano attraverso una strada sterrata e le nostre frazioni continuano a soffrire la sete.
L'impegno finanziario sarebbe certamente molto gravoso, ma per Santo Stefano potrebbe rivelarsi un buon investimento: una bella strada aumenterebbe il flusso degli abitanti e dei turisti di Torrio verso Santo Stefano e, al tempo stesso, per i genovesi sarebbe molto più agevole raggiungere la località piacentina per gustare i favolosi pisarei e fasö cucinati nell'unica osteria della località piacentina.
Per non parlare del parroco, ora costretto quotidianamente a traballare tra nugoli di polvere fra Torrio e Allegrezze.
Ma bisogna avere tutti un po' di pazienza: vedrete che pian piano la strada verrà asfaltata.




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Pagina pubblicata il giorno 11 dicembre 2006 (ultima modifica: 20.01.2007), letta 22157 volte
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