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di Cristoforo Campomenosi
articolo pubblicato nel luglio 1993 (su La Trebbia o su "La Voce dell'Aveto")
Il Concerto di Pasqua, tenutosi nella Chiesa di Santo Stefano la sera dell'11 aprile, ha avuto un ottimo
successo ed è stato seguito ed apprezzato da un numeroso pubblico. È stata particolarmente gradita
la prova del violino insieme alla banda: un accostamento un po' insolito e nuovo, ma che ha avuto una buona
riuscita.
Ha avuto un notevole consenso di pubblico anche l'esibizione del Coro, che ha eseguito i brani in modo
perfetto, se si esclude il bis finale in cui si è avuto un momento di panico.
Il concerto tenutosi la domenica successiva al Groppo Rosso per i giovani ha avuto un po' meno spettatori,
ma forse l'orario pomeridiano non era il più indicato.
Il Complesso musicale ha comunque fatto la sua buona figura, pur se a volte un po' disorientato dal continuo cambiamento delle luci, che se da un lato contribuivano a creare l'atmosfera adatta, dall'altro spesso ostacolavano la lettura delle note; forse è per questo che ad un certo punto la coppia dei bombardini ha avuto una piccola defaillance...
La mattina dello stesso giorno la banda aveva partecipato ad una commovente cerimonia svoltasi in chiesa a
suffragio di tutti gli alpini caduti in Russia, ed in particolare del soldato Rossi Giovanni, di cui
era giunta recentemente la notizia della morte avvenuta proprio cinquant'anni fa in un campo di prigionia.
La sera del 30 maggio saremo in trasferta per un servizio a Borgonovo Ligure e la mattina dello stesso
giorno ci sarà il matrimonio della nostra clarinettista Campomenosi Tiziana, a cui saranno invitati anche
diversi componenti della banda.
Mentre facciamo tantissimi auguri alla sposa, preghiamo i bandisti invitati di limitare le libagioni, altrimenti alla sera a Borgonovo ci sarà da ridere...
La settimana successiva si terrà l'importante Raduno di Bande, di cui in altra parte del giornale vi diamo
il programma. Invitiamo ancora una volta tutti a dare la massima disponibilità per la buona riuscita della
manifestazione.
In questo mese sono proseguiti i lavori alla casa della banda, giunta ormai alla copertuta del tetto, ma
la ditta Carpanese, insieme al maltempo ha dovuto superare notevoli difficoltà: sembrava che la casa
fosse stregata, come la fontana di Castagnola.
Eh sì, ogni promessa è debito...
Nel caratteristico paese di Castagnola c'era una bellissima fontana 1, di quelle che a Santo Stefano neppure ci sognamo, ma che pure ci sono ancora in tanti altri paesi della nostra valle.
È lì che le massaie facevano il bucato ed è lì che si abbeveravano - e si abbeverano ancora - le mucche all'andata e al
ritorno dal pascolo.
Quella di Castagnola in più aveva la vasca coperta da un bel pergolato di vite, la cui ombra manteneva
l'acqua particolarmente fresca.
Ma una mattina d'autunno le mucche si rifiutarono categoricamente di bere nella vasca, fuggendo dalla
fontana tutte impaurite.
Ci fu una specie di consulto e si vide che qualcosa di strano si agitava in fondo alla vasca, sotto l'acqua leggermente mossa.
Che cosa fosse esattamente non si sapeva, se non che sembrava un mostro dai moltissimi occhi, che qualcuno
più saputello degli altri diagnosticò essere la famosa strega dai cento occhi, che appunto da questa sua
caratteristica prendeva il nome dialettale di "sentöggera".
Si decise di chiamare il solito parroco, che aveva già allargato la chiesa, affinchè liberasse la fontana
da questo incantesimo. Egli promise che avrebbe scacciato la "sentöggera" dalla fontana a patto che ogni
famiglia gli portasse una bella caciotta di formaggio.
Fatto l'accordo, nella notte raggiunse silenziosamente la fontana e dal pergolato di vite staccò tutta
l'uva (che specchiandosi nell'acqua dava l'impressione di cento occhi) e l'indomani la strega non c'era
più, cosicchè il parroco si fece una bella scorta d'uva e di formaggio.
Vorrei scusarmi con gli abitanti di Castagnola per il fatto di sfruttare le storielle sul loro paese per
divertire i lettori.
Effettivamente un tempo il loro caratteristico villaggio, con la sua posizione così isolata e scoscesa, ben si prestava quale prototipo di luogo dove ambientare racconti e favolette che si basano sulla presunta ingenuità e dabbenaggine dei montanari. I quali invece, a parte il sottoscritto e qualche altro raro esemplare in via di estinzione, sono sempre stati molto scaltri e intraprendenti.
Nota
[1] Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente contributo inviatoci (il giorno 05.04.2007) da un nostro lettore, il sig. Alessandro Carini
Salve, sono un piacentino di origini avetane, di Castagnola per la precisione, e ho letto con curiosità la fola della fontana stregata...ma non è esatta. La fola originale, quella raccontata dai vecchi, parla della fontana di Cattaragna... i castagnolesi ci tengono alle loro fole.
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Pagina pubblicata il 22 marzo 2007
(ultima modifica: 06.04.2007), letta 6309 volte
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