I toponimi Codorso e Ca' degli Alessandri

di Sandro Sbarbaro

 

Codorso

Codorso (977 m) in avetano si pronuncia Cordùsu.
Il toponimo Codorso deriva dal latino Caput d'Ursi, capo d'orso.
Presso il monte Posasso (1236 m) è il Piano dell'Orso ed altri toponimi che rammentano l'orso sono Lorsica (in Val Fontanabuona) e il Monte Orsà (presso Ventarola, al confine fra Aveto e Fontanabuona).
Ricordo che l'ultimo plantigrado avvistato in zona fu ucciso presso Gambaro (PC) verso il 1580 [1].
Nel 1580 il bandito Stefano Repetto di Giacomo detto Marcho durante il "Processus Marci Repetti" cita: "[...] andava io a Cavorso".
Nel 1584 a Codorso risiedono già Nicolino Biggio e suo fratello Agostino, parenti dei Biggio di Cardenosa [2].
Codorso è poi citato nella Relazione della Giurisdizione e delle Entrate del Feudo di Santo Stefano del 1593 [3].
A quell'epoca Codorso comprendeva sei fuochi, ovvero sei famiglie, per un totale di circa 30 persone.
Tempo dopo... Simone Repetto di Codorso è implicato, con altri Repetto, nell'incendio della canonica di Coli (PC), avvenuto nella notte fra il 15 ed il 16 aprile 1644, e quindi bandito.
Nel bando figura anche Antonio Repetto fu Giovanni detto Sgavenne, di Villa Celesia (l'attuale Cerescia), maritato con Maria Repetto di Lazzarino di villa Isola Commina (l'attuale Isura Cumin-a) [4].

Codorso e Ca' degli Alessandri

 

Ca' degli Alessandri

Ca' degli Alessandri (996 m) in avetano si pronuncia Ca' de Lùsciandri.
La frazione è detta anche Ca' de là de Cordùsu così come era chiamata in origine.
Il 9 Aprile 1685 nel notaro Nicolò Repetto si cita: "[...] terra prativa sita in detta Villa Condursi vocata sopra le Case di là".
Il 30 settembre 1690 ancora nel notaro Nicolò Repetto si cita: "[...] pertinenze di detta villa (Codorso) chiamate le terre di là del fossato, cioè Soria, sotto, e sopra le Case con sua testera e sue dependenze...".
Il toponimo Ca' degli Alessandri deriva, probabilmente, da tal Alessandro (forse Repetti) che l'abitava in epoca imprecisata.
Il toponimo Ca' d'Alessandro si rileva in un atto del notaro Angelo Stefano De Ferrari del 6 novembre 1837 ove si legge: "[...] un pezzo di terra prativa, seminativa boschiva con faggi, cespugli posto in detta villa di Co' d'Orso luogo detto casa d'Alessandro...".
Nei primi anni del XX secolo la frazione era pur detta Ca' du dindiu dall'appellativo dato ad Agostino Repetti fu Simone, commerciante di bestiame della famiglia dei Munin che da Codorso si era trasferito alle Ca' de là di Codorso.

 

 

Note

[1] Cfr. Giuseppe Fontana, Rezzoaglio e Val d'Aveto (cenni storici ed episodi), Rapallo, 1940
[2] Cfr. Guido Ferretti, La cattura del "Billo", Storia Locale n° 20, Biblioteca della Comunità Montana Alta Val Trebbia, Montebruno, gennaio 2001 (cliccare sul link per consultare l'elenco dei Titoli della 'Collana di storia locale')
[3] Giuseppe Micheli, Il Marchesato di Santo Stefano d'Aveto ed il suo passaggio dai Fieschi ai Doria, in "Atti della Società Economica di Chiavari", VI (1928), pagg. dalla 65 alla 80
[4] Cfr. Un "Giallo" nella Bobbio del '600. La tragica vicenda di Domenico Repetto detto "il Verde", a cura di Gian Luigi Olmi, Piacenza 2002

 


 

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Pagina pubblicata il 17 dicembre 2005, letta 7234 volte dal 23 gennaio 2006
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