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di Ente Parco Aveto
a cura dell'Ente Parco Aveto
articolo già apparso su Nel Parco - Notiziario ufficiale del Parco dell'Aveto: si ringrazia la Sagep editori per aver concesso la pubblicazione
disegni di Vittorio Serra
Nei boschi del Parco dell'Aveto gli interventi di taglio sono selettivi con diradamento delle conifere, di impianto artificiale, ed espansione delle latifoglie naturali.
Una parte del legname, di scarso interesse commerciale, viene lasciata accatastata in bosco, ad offrire rifugio a piccoli animali o occasione di sviluppo per molti altri organismi xilòfagi (mangiatori di legno): funghi e insetti.
Gli interventi sono effettuati nel rispetto del ciclo biologico di piante ed animali. Vecchie ceppaie ed alberi morti, micro habitat di molti organismi a rischio di rarefazione (funghi, insetti, piccoli invertebrati e relativi predatori), vengono lasciati in bosco per consentirne il decadimento naturale o l'utilizzo da parte di uccelli e piccoli vertebrati come posatoi o ripari.
I cantieri forestali del Parco dell'Aveto sono svolti, per quanto possibile, in modo da non creare disagi a gitanti e visitatori del Parco.
Possono costituire inoltre, grazie anche alle disponibilità degli operatori o delle Guide del Parco, occasione di divulgazione delle politiche forestali del Parco e delle buone pratiche applicate.
Laddove la viabilità lo consente, l'esbosco è effettuato agevolmente con i tradizionali mezzi agricoli, fino alle piazzole di carico accessibili ai camion.
L'utilizzo di nuove tecnologie a basso impatto ambientale (gru a cavo, teleferiche mobili) permette l'esbosco in condizioni anche topograficamente difficili, evitando l'impatto ambientale di nuove piste o vie di penetrazione.
È politica del Parco dell'Aveto evitare l'apertura di nuove strade. In assenza di piste l'esbosco può essere effettuato vantaggiosamente con animali da soma.
L'utilizzo di macchinari di nuova concezione per la trasformazione diretta del legname in cantiere per produzione di semilavorati (segherie mobili, scortecciatrici), contribuisce a minimizzare le esigenze di esbosco di materiale e consente la qualificazione del personale addetto, con integrazione del reddito.
L'utilizzo di macchinari per la trasformazione diretta in cantiere dei residui e degli scarti legnosi contribuisce a minimizzare le esigenze di esbosco di materiale, permette una restituzione al bosco di elementi vitali per la ricostituzione dell'humus e fornisce materiale utile per produzione di calore da biomasse (cippato).
Alcuni tipi di legno (ad esempio faggio, acero e ciliegio) si prestano perfettamente alla falegnameria locale e alla produzione di mobili ed arredi, secondo l'uso tradizionale, o per la produzione di nuovi articoli (oggetti ricordo, manufatti artistici, giochi didattici).
Altri (ad esempio il pino), fino ad oggi poco considerati, possono essere opportunamente valorizzati grazie a nuove tecnologie di assemblaggio oppure grazie a design funzionali.
Una tradizione artigianale originariamente legata al legno dei nostri boschi e tuttora ben viva, fornisce prodotti di eccellenza quali la 'sedia di Chiavari', la cui produzione, nota a livello internazionale, può tornare vantaggiosamente ad avvalersi del legno delle foreste del Parco dell'Aveto, come avveniva nei secoli passati. La materia prima certificata aggiunge valore anche a queste produzioni di eccellenza.
Le caldaie di nuova generazione permettono, nel solco di una tradizione che abbina da sempre ecologia ed economia, la miglior valorizzazione energetica del legno come fonte di riscaldamento, sia in ciocchi, sia sotto forma di scarti opportunamente trasformati (pellets, cippato).
Il legno è una fonte energetica ecologica: non produce rifiuti, la sua combustione non aumenta la percentuale di CO2 nell'atmosfera, quindi non è causa dell'effetto serra ed è rinnovabile.
Favorirne l'uso, inoltre, permette il miglioramento dei boschi, la tutela dei versanti, la conservazione della biodiversità.
Il legname derivante dai tagli selettivi, dai lavori di miglioramento forestale e dalle operazioni di voltura del ceduo in alto fusto è, per quanto possibile, riutilizzato dal Parco dell'Aveto per realizzare segnaletica e cartellonistica escursionistica, aree pic nic, piccoli manufatti o per interventi di ingegneria naturalistica.
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Pagina pubblicata il 10 ottobre 2009, letta 8226 volte