Valdaveto.net > Emigrazione > Rubrica 'Piccola storia dell'emigrazione da Priosa d'Aveto (1806 - 1924) e genealogie' > Piccola storia dell'emigrazione a Priosa d'Aveto (capitolo 7)
In Leo Aldo Narducci, Santo Stefano d'Aveto, L'Emigrazione nelle Americhe dalla
Provincia di Genova, Vol. II, Patron editore, pp. 318-319, si legge:
"[...] Il primo decennio, anzi quindicennio, del nuovo secolo fu ancora
un periodo di intensa emigrazione per Santo Stefano d'Aveto. Mentre la
popolazione, sia presente che residente si riduceva ancora, i partenti - talora
intere famiglie o più famiglie dello stesso villaggio - raggiunsero in qualche
caso il centinaio (o anche più); i valori massimi furono quelli del 1902, del
1903, del 1905, e del 1912, ma persino nel 1915 si registrò una trentina di
partenze [...]
Negli U.S.A., accanto a New York (si dirà più tardi che vi
vivono più emigrati o discendenti di emigrati da Santo Stefano d'Aveto, di
quanti ne siano rimasti nel Comune), Chicago e Pittsburg, con le loro
possibilità di occupazioni industriali, sono le mete preferite; altri emigrati
si stabiliscono a Philadelphia e a Boston: qualcuno a Saint Louis del Missouri,
Cincinnati e persino a New Orleans; se ne trovano gruppi pure in California, a
San Francisco e nella contea di Stockton, che era sempre un polo di attrazione
per gli emigrati liguri.
In questi anni si delinea anche un'interessante
corrente di emigrazione per l'America latina, diretta in Argentina, Uraguay e
Cile, nelle rispettive capitali. Qui come negli U.S.A., ma più che in essi, gli
emigrati trovano buone occupazioni nel settore del piccolo commercio; di solito
è la seconda o la terza generazione che riesce a fare notevoli
fortune."
La famiglia dei "Ciarlatino" del paese, o villa, di
Sbarbari era imparentata, inoltre, con i Ferretti della famiglia de "L'Omin",
ossia "L'Omino", del paese o Villa di Salto, frazione di Priosa
d'Aveto.
Infatti, Sbarboro Catterina, fu Antonio e fu Raggi Catterina,
sorella d'Antonio Sbarbaro detto "Lallin" della famiglia dei "Ciarlatin", o
"Ciarlatino", nata a Villa Sbarbari nel 1844 aveva sposato Ferretto Costantino
d'Antonio, nato a Salto nel 1837.
L'altra sorella di Catterina e Antonio
detto "Lallin", ossia Sbarbaro Maria, fu Antonio e Raggi Maria Catterina, nata a
Sbarbari nel 1844, aveva sposato il fratello di Costantino, ossia Ferretto
Agostino d'Antonio nato a Salto nel 1841.
Nell'anno 1880, Ferretto
Costantino e Agostino d'Antonio e altri membri della parentela fra cui Sbarboro
Maria moglie d'Agostino, sono in America da 7 anni, indi dal 1873
circa.
Ricordiamo che nel 1880 erano in America da 10 anni i figli di
Ferretto Gaspare fu Antonio, nato a Salto nel 1825, marito di Repetto Giulia di
Carlo e fu Agostina Repetti, nata a Brugnoni nel 1831.
Costoro erano:
Ferretto Natale di Gaspare nato a Salto nel 1849,
Ferretto Carlo di
Gaspare nato a Salto nel 1853,
Ferretto Costantino di Gaspare nato a Salto
nel 1861.
Emigrarono, probabilmente, in America con lo zio. Ferretto
Antonio, fu Antonio, fratello di Gaspare fu Antonio. Egli nel 1880 è in America
da 10 anni, indi dal 1870.
Antonio Ferretti, nato a Salto nel 1828, sposò
Repetti Maria fu Antonio e fu Teresa Repetti, nata a Ventarola nel 1832.
Nel
1878 sua moglie Repetti Maria fu Antonio ed i loro figli, secondo il Registro
della Popolazione del Comune di Santo Stefano d'Aveto- Parrocchia di Priosa
(1871-1880), risultano in America da 7 anni, indi dal 1873 circa.
Costoro
erano:
Ferretto Antonio nato a Salto nel 1856,
Ferretto Catterina, nata
a Salto nel 1859,
Ferretto Luigi, nato a Salto nel 1841,
Ferretti
Gaspare d'Antonio nato a Salto il 10 luglio 1866.
Ferretto Costantino fu
Antonio, sposo di Sbarbaro Catterina, zio dei suddetti evidentemente si era
recato in America già da prima, visto che il figlio Costantino è nato a New Orleans nel 1867.
Nello Stato delle
Anime della Parrocchia di Priosa d'Aveto del Luglio del 1889 rileviamo che
Ferretti Gaspare fu Antonio, la moglie Repetti Giulia e il figlio Raffaele sono
rientrati dall'America.
Sono rientrati anche il fratello Ferretti, o
Ferretto, Costantino con i figli Costantino, nato in America nel 1867, Rosa nata
a Salto nel 1877, e Antonio.
La moglie Caterina Sbarbaro non compare, forse
è già morta.
Nello Stato delle Anime del dicembre 1894 non compare
nessuno dei due gruppi familiari.
È interessante notare che queste parentele
hanno a che fare con Giacomo Umberto Sbarbaro, marito d'Ida Sbarbaro, che sarà
l'uomo di fiducia di Bartolomeo Sbarbaro detto "Bertumè", o "Giullàn".
Sbarbaro Catterina e Sbarbaro Maria, spose dei fratelli Ferretto Costantino
e Agostino, erano sorelle di suo padre Antonio, detto "Lallin".
Dal che
si evince che i fenomeni migratori seguono un copione ben preciso, i primi a
partire, ossia i pionieri, tentano la fortuna.
Qualcuno ce la fa e
s'insedia sul territorio.
Stabilitosi, chiama i parenti, che a loro volta
chiamano altri parenti o amici, man mano si forma una nuova
comunità.
Per ciò che riguarda gli emigranti della Parrocchia di
Priosa d'Aveto verso l'America, si possono distinguere schematicamente alcuni
periodi, come si può intuire dalle date.
Il primo quello dei "pionieri" va
dal 1850 circa a tutto il 1860.
Il secondo va dal 1870 a tutto il 1880.
Il
terzo dal 1890 al 1900.
Il quarto dal 1900 al 1915. Poi oltre fino al
1924.
Il tutto pare avvenire senza soluzione di continuità.
L'espansione
demografica nelle zone del nostro Appennino dovuta ad una serie di fattori, non
ultimo la raggiunta Unità d'Italia, con la conseguente stagnazione dei conflitti
sul territorio nazionale, crea una sovrabbondanza di mano d'opera che deve
trovare sbocchi opportuni.
Probabilmente come suggerisce Andrew F. Rolle in
Gli Emigranti Vittoriosi, dall'originale "The Immigrant Upraised", A.
Mondadori Editore, 1972, p 27:
"All'emigrazione non si contrapponeva
altra alternativa se non quella di rimanere in un paese dove le condizioni di
vita diventavano sempre più basse e dove l'apatia sembrava rendere immutabili le
disegualianze sociali. Ma quali fossero i sentimenti dei settori più poveri del
popolo italiano apparve chiaro dopo il 1870. Allora i governi d'Italia unita
ebbero il loro da fare per soffocare le rivolte dei contadini affamati. In tutto
il decennio tra il 1880 e il 1890 fu un esplodere di sommosse tanto nelle città
quanto nelle campagne della Lombardia, della Calabria, della Sicilia, sommosse
che videro gli operai delle città unirsi ai contadini ridotti a vivere a livello
più basso della pura sussistenza. Ma allora tutte le sommosse si spensero nella
mortificante repressione governativa, così come doveva accadere più tardi per le
manifestazioni milanesi contro la tassa sulla macinatura e la penuria di
grano".
Rammentiamo che una delle cause del disagio sociale di quegli
anni difficili fu, secondo il Rolle, l'epidemia di colera del 1887.
Cita,
ancora, Andrew F. Rolle in "The Immigrant Uprised", op. cit., pp. 36-38:
"Se fra il 1860 e il 1870 non più di 12 mila italiani emigrarono negli
Stati Uniti, la crisi agricola italiana del 1887, acutizzando la disoccupazione
e abbassando la domanda di manodopera contadina, stimolò fortemente
l'emigrazione. A quell'epoca le nascite, in Italia, superavano di 350 mila unità
all'anno i decessi. Nel 1906, nonostante il forte flusso emigratorio, la
popolazione italiana aumentava annualmente di undici unità ogni mille.
L'imponenza dell'emigrazione italiana appare evidente quando si pensi che nei
pochi anni del nostro secolo che precedettero la prima guerra mondiale ben 8
milioni e mezzo di italiani si trasferirono all'estero. Se è vero che di questi
ne rientrarono in seguito 2 milioni e 400 mila, furono pur sempre 6 milioni e
100 mila gli emigranti su una popolazione complessiva di 35 milioni. La massima
parte degli emigranti italiani negli Stati Uniti vi giunse fra il 1880 e il 1924
e fu una delle più grandi ondate emigratorie di tutti i tempi. Una delle più
grandi e l'ultima. La ricerca di nuovi approdi in una Terra promessa generò una
vera e propria febbre emigratoria.
La maggior parte degli italiani che si
dirigevano in America veniva dalla campagna e non aveva mai visto una grossa
città prima di arrivare al punto d'imbarco. Dal 1880 i porti di Genova, Napoli e
Palermo diventarono grandi centri di espatrio. Per evitare l'affollamento dei
porti, le società di navigazione avevano l'ordine di comunicare soltanto le date
di partenza. Ci fu un giorno in cui ben 15 mila italiani sbarcarono a Ellis
Island nelle ventiquattr'ore. Il viaggio in terza classe da Napoli a New York,
che nel 1880 costava 15 dollari, era salito a 28 nel 1900
[...] Quanto
all'Italia, nel 1901 se ne andò mezzo milione di persone su 32 milioni e mezzo;
nel 1913 una persona su quaranta. Doveva venire il giorno in cui gli oriundi
italiani avrebbero costituito la seconda comunità straniera, in ordine di
grandezza, degli Stati Uniti: nel 1910 il censimento federale dava presenti
1.343.000 italiani, e la cifra saliva al disopra dei 2 milioni tenendo conto dei
loro figli nati in America. Nel decennio che seguì giunsero altri 1.109.524
italiani, e questo flusso continuo creò qualcosa come un ponte vivente tra la
madrepatria e l'America.
Relativamente pochi erano, fra questi immigrati
coloro che possedevano un'alta specializzazione o una buona cultura, In un certo
senso, quanto più l'italiano era incolto, tanto più vedeva nell'America un Eden.
Il Nuovo Mondo prometteva al lavoratore generico di trasformare in una ghirlanda
di fiori la sua corona di spine.
Di quando in quando ci pensava il Congresso
a rallentare, con le sue leggi, il flusso immigratorio. Nel 1882 negò il
permesso d'entrata ai poveri in senso assoluto, ai delinquenti e ad altre
categorie di indesiderabili. Nel 1885 vietò il lavoro straniero a contratto; nel
1917 impose, per gli immigranti adulti, una prova di alfabetismo. Tutte queste
restrizioni rappresentavano una reazione economica e sociale all'impressionante
aumento dell'immigrazione dal 1880 in poi e allo spostamento della zona
d'origine verso l'Europa centro-meridionale e orientale: nel quinquennio 1911
-1915, il 67,4 degli immigranti in America venne infatti da tali aree. Durante
la prima guerra mondiale vi fu un naturale rallentamento dell'immigrazione, e
nel 1921 il governo federale rafforzò drasticamente il rallentamento naturale
stabilendo delle quote massime nazionali, finché nel 1924 la politica della
permanet quota, caldeggiata dai sindacati operai americani, interruppe
completamente il flusso della manodopera a buon mercato e non organizzata.
Nonostante la riduzione dell'immigrazione, gli italiani immigrati negli Stati
Uniti avevano raggiunto, nel 1950, la cifra di
4.776.884."
Ricordiamo che vi furono altre epidemie di colera oltre
a quella citata da Andrew F. Rolle del 1887, ossia quella del 1866, preceduta
dall'epidemia del 1854 che probabilmente influirono sulle prime ondate
migratorie.
Nel 1866 il colera si diffuse a Genova nell'Agosto, i casi erano
di circa 30 al giorno con 15 morti accertate.
I vecchi valligiani
raccontavano di un episodio di colera accaduto a Cardenosa, parrocchia di Priosa
d'Aveto.
Una donna si era ammalata del terribile morbo. Infine era
morta.
Si racconta che abitasse nella casa che fu poi del "Giuanin du
Piccin".
Pare che avesse un figlio detto Pasquale e una figlia.
La
portarono via di casa legandole una corda al collo, per paura d'infettarsi, e la
seppellirono in una fascia posta nei pressi del paese. Detta fascia era accanto
alla "Cassetta" ove un tempo a Cardenosa si teneva la macchina per battere il
grano.
Fino ai primi decenni del Novecento sul luogo della sepoltura
campeggiava una croce, che ogni tanto era ripristinata.
Poi, anche, quel
segno d'umana pietà sparì.
Il fenomeno migratorio verso l'America, ossia
principalmente gli Stati Uniti d'America, riguardo alla parrocchia di Priosa
d'Aveto pur con le dovute approssimazioni interessò, da una stima rapportata ai
circa 25 anni fra il 1855 e il 1880, circa 150 persone.
I residenti in
parrocchia erano all'epoca, in media, circa 700/800.
Il picco emigratorio si
registrò negli ultimi tredici anni, ovvero fra il 1867 e il 1880.
Occorre
ricordare che negli stessi anni altre persone si diressero verso Roma, ossia
circa 24 fra le parentele degli Sbarbaro di villa Sbarbari e i Repetti di Noci e
Mandriole.
Altre, stagionalmente, verso la Versilia e la Maremma Toscana.
Almeno 15 persone delle parentele dei Repetti di Cardenosa (Ca' da Basso) e
Biggio di Cardenosa nacquero a Pietrasanta (Lucca).
Almeno 3 persone della
parentela dei Biggio di Cardenosa nacquero a Seravezza (Lucca).
Altre persone
si diressero verso Genova, Chiavari, e Lavagna.
I dati si ricavano, facendo
un'analisi approssimativa, dal Registro della Popolazione del Comune di Santo
Stefano d'Aveto- Parrocchia di Priosa (1871-1880).
A proposito
dell'emigrazione verso Pietrasanta, in Provincia di Lucca, è emblematica la
genealogia della famiglia "Canoniere" di Cardenosa (Ca' da Basso), detta poi dei
"Caccelli".
Il capostipite è Repetti Gio Maria fu Agostino, contadino, nato a Pietrasanta nel 1823 e morto nel 1855 circa,
residente a Cardenosa.
Sua moglie è Biggio Serafina, fu Agostino e fu Biggi
Maria, nata verso il 1827.
Loro figli furono: Catterina, Gio Maria detto
"Girumottu", Domenica, Luigi detto "Luigin da Giurma".
Repetti Catterina, di
Gio Maria fu Agostino, nata a Cardenosa nel 1847 si mariterà a
Sbarbari.
Repetto Gio Maria di Gio Maria, detto "Girumottu", nasce a Pietrasanta il 28 Gennaio 1850.
La prima moglie
di Gio Maria "Girumottu", ossia Biggio Catterina, di Stefano e d'Antonia
Repetti, della famiglia dei "Bistè" di Cardenosa (Ca' da Basso), nasce a Pietrasanta nel 1859 e muore a Genova il 7 Gennaio
1880.
Loro figli saranno:
Giovanni, detto "Balilla" nato a Genova il 13
Marzo 1874,
Giovanna nata a Pietrasanta nel 1875,
Serafino nato Cornigliano (Ge) il 19 Aprile 1878, muore il 2 Gennaio 1880 a
Genova.
Rimasto vedovo, Gio Maria Repetti detto "Girumottu" sposerà Sbarbaro
Catterina d'Agostino e di Ferretti Catterina, nata a Villa Sbarbari il 23 Febbraio
1861.
Il padre di Catterina era Sbarbaro Agostino, fu Antonio e fu Catterina
Sbarbaro, detto "Stinolla" o "u Sufficiente", nato a Villa Sbarbari nel 1833, della
famiglia dei "Bettinin".
Sua madre fu Ferretti Catterina, d'Agostino e
Giulia Sbarbaro, detta "a Pochettin-a", nata nel 1837.
Il fratello di
Catterina, ossia Gio Maria Sbarbaro, detto "Landin", nato a Villa Sbarbari nel 1872,
lavorerà prima in porto a Genova, poi aprirà la prima osteria al paese di
Sbarbari.
I figli di Gio Maria Repetto, detto "Girumottu" e Catterina
Sbarbaro saranno: Pietro Agostino detto "Stinin", Rosa detta Rusin-a,
Giuseppe detto Giosepìn, Carlo detto Carlin, Maria detta
Marrì.
Pietro Agostino detto "Stinin", Giuseppe detto "Gioseppin" e
Carlo detto "Carlin", lavoreranno negli scaricatori di carbone del porto di
Genova, ossia nella Compagnia dei "Carbunè".
Repetti Gio Maria, detto
"Girumottu", era uomo che godeva di prestigio nella parrocchia di Priosa
d'Aveto, tanto è vero che venne eletto Consigliere Comunale.
Fu lui che
arrestò a Brugnoni, grazie al valente aiuto di due paesani di Salto, il bandito
"Gabba". Costui era il terrore dei viandanti che valicavano il passo, presso la
località Feia, che dalla Val d'Aveto immetteva verso Fontanabuona.
Detto
passo si chiamò da allora "Passo del Gabba".
Si racconta che il "Girumottu"
pronunciò al "Gabba" la fatidica frase: "In nome della Legge sei
arrestato".
I due paesani del Salto, appartenenti alla famiglia dei "Duri",
che si erano seduti accanto al "Gabba" impedendogli di alzarsi e fuggire gli
dissero: "Ne te smèe che tè in te man da Giustizia", ovvero "Non ti muovere che
sei nelle mani della Giustizia".
"Girumottu" si sposò una terza volta con
certa Angiolina, detta "lalla Ciòu", di Alvari presso Favale.
L'altra figlia
di Repetti Gio Maria fu Agostino, detto "Canoniere"o "Cononiere", ossia il padre
del "Girumottu", era Domenica. Nata nel 1852, morì nel 1873 circa.
Il
figlio, ossia Repetti Luigi di Gio Maria fu Agostino, detto "Luigin da Giùrma",
nasce a Genova l'11 Dicembre 1855. Era un valente "Mazzacan", ossia "Muratore".
Il soprannome gli derivava dalla contrazione del nome della madre Geronima.
In valligiano Geronima si pronunciava "Giùrma".
Sua moglie Biggio Giovanna,
di Stefano e di Repetti Maria Antonia, della famiglia dei "Bistè", nasce a Pietrasanta il 3 Aprile
1855.
Ebbero una figlia Catterina Repetti, detta
"Fiurun-a".
I figli del fratello di Gio Maria Sbarbaro, detto
Sciarbellino, ossia di Sbarbaro Agostino fu Giovanni detto
"Murinà" della famiglia degli Zoppi di Sbarbari, emigrarono
anch'essi in America.
Giovanni Sbarbaro il secondogenito, nato a Villa Sbarbari
nel 1856 circa, ebbe tre figli Agostino, Antonio e Clotilde.
Nello Stato
delle Anime della Parrocchia di Priosa d'Aveto del luglio 1889 Giovanni
Sbarbaro è registrato col padre Agostino, la madre Maria, e i fratelli Agostino,
Antonio, Gio Batta e Catterina.
Giovanni è altresì registrato nello Stato
delle Anime del dicembre del 1894.
Figurano pure il padre Agostino, i
fratelli Antonio e Gio Battista, le cognate ed i nipoti, e sua moglie Repetti
Maria Agostina con i figli Agostino e Antonio.
In America Giovanni, detto
"Gianni", cambiò forse il cognome in Sbabo, perchè di più facile pronunzia. Si
dice che ebbe ancora una figlia, ossia Giulia.
Il quarto figlio d'Agostino
Sbarbaro, detto "Gustino" o "u Murinà", ossia Antonio, nato a Villa Sbarbari nel 1860
circa, si sposò con Repetti Cecilia, d'Antonio detto Tidella e di Repetti
Rosa fu Gio Batta, nata a Codorso nel 1865.
Cecilia era sorella di Repetti
Agostino d'Antonio, detto "u Repettu", nato a Codorso nel 1863, anch'egli
emigrato in America.
Agostino Repetti d'Antonio, detto "u Repettu", di
Codorso parrocchia di Priosa d'Aveto, emigrerà in America in periodi diversi.
Il 28 Novembre del 1902, a 39 anni, sbarcherà ad Ellis
Island insieme alla moglie Repetti Maria Giovanna, detta "Giuanin-a".
Giovanna, figlia di Giovanni Repetti fu Benedetto e di Biggi Rosa, era nata
a Cardenosa nel 1864 circa.
Il padre Giovanni Repetti fu Benedetto e Biggi
Maria (fu Vincenzo e fu Catterina Biggi), detto "u Caren-a", della famiglia dei
"Batin", era nato a Cardenosa nel 1845.
Il soprannome di famiglia derivava
probabilmente da tal Biggio Gio Batta, da cui "Batin", padre della nonna di
Giovanni fu Benedetto, tal Rosa Biggio nata a Cardenosa nel 1799.
La madre di
Giovanna, detta "Giuanin-a", era Biggio Maria Rosa fu Gio Batta, detta "Rusin-a"
o "Gnoru", nata a Cardenosa nel 1856 circa.
Con Agostino e Giovanna sbarcherà
il nipote, tal Biggio Giuseppe nato nel 1882 circa.
Agostino dichiarerà di
essere stato in America nel periodo 1880 - 1901.
Giovanna, sua moglie,
dichiara il periodo 1888 - 1901. Per il nipote è la prima volta.
I coniugi e
il nipote saranno ospiti di Repetti Antonio fu Antonio,
al 31 Park Street, New York City.
Antonio
era fratello d'Agostino detto "u Repettu".
Antonio era emigrato in America
in precedenza.
Pare che sia sbarcato anch'egli a New York nell'anno 1902, se
fosse l'Antonio Repetti, nato a Lucca nel 1867, registrato dall'Ufficio
Immigrazione.
È probabile che costui sia il Repetto Antonio d'Antonio nato
nel 1867 che si trasferì al ritorno dall'America a Monteghirfo in Val
Fontanabuona, ove evidentemente si era sposato.
Si racconta che gestisse 2
botteghe sulla strada che portava a Verzi.
Suo figlio era Andrea Repetto
detto "Baccin". Aveva una Bottega e commerciava olio.
Ogni tanto veniva a
Codorso ed era accolto come un parente.
Un figlio d'Andrea, ossia Antonio
Repetto, nato nel 1906, fu un valente Professore nel campo della
medicina.
Nello Stato delle Anime della Parrocchia di Priosa del 31
luglio 1889 Agostino Repetti, detto anche Baccin, è registrato a Codorso
con la sorella Cecilia e i genitori: Antonio Repetti fu Agostino, detto
"Tidella", e Rosa Repetti fu Gio Batta.
Sua moglie Giovanna è registrata,
ancora, in casa dei genitori a Cardenosa.
Nello Stato delle Anime del
dicembre del 1894 Agostino è registrato a Codorso con la moglie Giovanna e le
due figlie Rosa e Maria, detta Meri.
Agostino, detto "u Repettu",
sbarcherà nuovamente in America nel Novembre del 1912, sempre ospitato a New
York dal fratello Antonio, che nel frattempo avrà cambiato residenza.
Agostino, stavolta, dichiarerà di essere stato in America nel periodo 1908 -
1911.
Evidentemente ogni tanto faceva ritorno in Italia per dare una mano ai
genitori nel periodo della fienagione, ed in occasione del Natale.
Pare quasi
ovvio pensare che per alcuni dei paesani della parrocchia di Priosa d'Aveto le
emigrazioni verso l'America avvengano ad intervalli di tempo.
Gli emigranti
rimangono in America fino a che dura il lavoro.
Poi, messo insieme qualche
dollaro, ritornano in patria.
Occorre considerare che avere la residenza in
America non significava essere là trapiantati stabilmente. Importante era ove
fosse il domicilio, che in alcuni casi continuava ad essere mantenuto al paese e
indi nel Comune di Santo Stefano d'Aveto.
Da tempo, erano emigrati in America
Domenico e Gio Maria Repetto, ossia gli zii d'Agostino e Antonio Repetto,
d'Antonio fu Agostino "Tidella".
Agostino Repetto detto "Repettu", dopo
l'esperienza Americana lavorerà in porto, probabilmente nella Campagnia dei
"Carbunè".
Oltre a Rosa e Maria, detta "Meri", Agostino Repetto detto
"Repettu" e Giovannina Biggio ebbero ancora Giovanni detto "Zane", Attilio detto
"Tilliu", e Linda.
Rosa sposerà Repetti Domenico d'Antonio, detto "Meneghin",
delle Mandriole.
Maria, detta Meri, sposerà Biggio Andrea (Andrew) di
Vincenzo, detto Endru di Cardenosa, nato in America.
Attilio, detto
"Tilliu", nato a Codorso nel 1903, sposo di Repetti Assunta di Simone, emigrerà
in America, ma presto ritornerà al paese. Per qualche tempo lavorerà anche in
porto a Genova.
Giovanni, detto "Zane", sposo di Canessa Bice, andrà in
seguito in America, ma da "navigante", essendo imbarcato a bordo di una
nave.
Linda sposerà Giovanni Repetto, detto "Giuanin da Pippa", o "Giuanin du
Maran", di Codorso.
"Giuanin" era figlio di Giovanni, detto "Maran",
anch'egli emigrato a suo tempo in America.
Si suppone che il soprannome
"Maran" sia da intendersi nell'eccezione di "Furbo", o
"Scaltro".
Pare ovvio che eminenti Studiosi
dell'Emigrazione, che vanno presentando il fenomeno in maniera quasi
oleografica, con gli assalti alle navi in partenza dal porto di Genova verso una
destinazione sconosciuta, debbano rivedere alla luce di quanto sopra, e in base
agli studi di Leo Aldo Narducci, alcune loro posizioni.
Dopo il periodo dei
pionieri c'era sempre un referente, zio, fratello, cugino verso il quale puntare
in caso di bisogno.
L'emigrazione oltre Atlantico per i nostri valligiani,
eccetto alcuni casi, s'incanalò verso destinazioni certe
nell'incertezza.
Nel nostro Appennino il vincolo della "Parentela" è
sempre stato un importante collante nel caso di mutuo soccorso fra gruppi
familiari aggregati.
Rimandiamo a: Osvaldo Raggio, Faide e Parentele. Lo
stato genovese visto dalla Fontanabuona, Einaidi, Torino 1990, per rendersi
conto di ciò che già avveniva nel 1500.
Questo sistema ha continuato a
funzionare sino agli anni 60 del XX secolo.
Poi è arrivato il
progresso...
Gli zii d'Antonio Repetto e di Agostino detto "u
Repettu" erano Domenico e Gio Maria Repetto.
Il primogenito Domenico Repetto,
fu Agostino detto "Agostinetto", nato a Codorso nel 1824, era in America dal 3 Aprile 1872.
Nel 1880, il
secondogenito Gio Maria Repetto fu Agostino nato a Codorso nel 1828, era in
America da 20 anni, indi dal 1860 circa.
È probabile che Repetto Catterina
d'Agostino, nata a Codorso nel 1835, fosse sorella di Domenico, Gio Maria ed
Antonio.
Costei sposò Cella Domenico di Paolo, nato a Parazzuolo nel 1828,
della famiglia dei "Basetta". Nel 1880 sono in America da 7 anni.
Il
patriarca, ossia Repetto Agostino, fu Antonio e fu Giacomina, maritato ad
Antonia Sbarbaro, nato a Codorso nel 1797, era detto "Agostinetto".
Altro
figlio del patriarca Agostino detto "Agostinetto" e di fu Antonia Sbarbaro era
Repetto Agostino detto "Barbottu", fratello dei succitati Antonio detto
"Tidella", Domenico e Gio Maria. Nato a Codorso nel 1833, maritato a Garbarini
Maria detta "Marin-a", fu Agostino e di Catterina Garbarini, nata a Costafinale
nel 1846, Agostino si recherà in America con la moglie.
Saranno accompagnati
dal "compare", ossia Repetto Giovanni, d'Agostino fu Simone detto "Dindiu" e fu
Angela Repetto, della famiglia dei "Monin", nato a Codorso nel 1847 circa,
appellato "Maran".
Con il "Maran" emigreranno la figlia di primo
letto Teresa, detta "Texiu", e la seconda moglie Repetti Rosa d'Agostino,
della famiglia dei "Chichin", nata a Codorso nel 1860 circa.
Costei era
sorella della prima moglie di Giovanni, ovvero Giovanna Repetti d'Agostino detta
"Giuanin-a", nata a Codorso il 6 Agosto 1855, e prematuramente scomparsa
lasciando al marito la figlia Teresa, nata nel febbraio del 1878.
Si diceva
che Teresa avesse all'epoca circa tredici anni, indi si presume che il
trasferimento in America sia avvenuto intorno al 1890/91.
A New York Giovanni
Repetti, detto "Maran", dopo aver fatto il suonatore ambulante d'organetto con
scimietta al seguito, lavorò nel porto di Brooklin.
La moglie, intanto,
s'impiegò in una fabbrica di cioccolata.
A New York nel 1891, nacque il
figlio Luigi, detto "Luigin".
Luigi che non compare nello Stato delle
Anime della parrocchia di Priosa del Luglio 1889, ove invece compaiono il
padre Giovanni detto "Maran" e la sorellastra Teresa detta "Texiu".
Compare
in quello del dicembre 1894, accanto al padre Giovanni d'Agostino, a sua mamma
Repetti Rosa e alla sorella Teresa.
Indi, si presume che all'epoca la
famiglia sia rientrata dall'America.
La "Marin-a", ossia Maria Garbarini, o
Garbarino, moglie d'Agostino Repetto detto "Barbottu", per tutto il periodo
della traversata, circa un mese, si racconta che rimase, a lungo, bocconi in
cuccetta rimettendo sovente.
Repetto Agostino, detto "Barbottu", era stato
in America molti anni prima.
Si evince da una dichiarazione resa presso la
Pretura di Santo Stefano d'Aveto il 15 Agosto 1875, ove dichiara:
"...nell'epoca del conto preteso [anni 1871/1872] trovarsi in America fuori
famiglia". Indi, si trovava in America all'epoca dell'emigrazione del
fratello Domenico.
Un fratello di Repetto Giovanni d'Agostino, detto
"Maran", era già stato in America.
Era costui Repetto Simone, d'Agostino e
di Biggio Serafina, detto "barba Scimun", nato a Codorso nel 1843.
Sua
mamma, ossia Serafina Biggio, nata a Cardenosa nel 1819, era figlia di fu Gio
Maria Biggio e di fu Biggio Maddalena.
Gio Maria Biggio fu probabilmente il
mugnaio dei Molini di Cardenosa.
Proseguì la sua opera il figlio Luigi
Biggio, detto "Bìnciu", nato a Cardenosa nel 1823 e morto nel 1899
circa.
Simone, sposò Ceciglia Repetto, d'Agostino fu Antonio detto
"Agostinetto", nata a Codorso nel 1835.
Nel 1880 erano in America da circa 8
anni, indi dal 1872.
Ceciglia Repetto d'Agostino detto "Agostinetto" era,
dunque, sorella di Domenico, di Gio Maria,
d'Antonio detto "Tidella" e di
Agostino detto "Barbottu".
Interi gruppi di parentele a catena si
trasferivano in America.
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Pagina pubblicata il 15 aprile 2005, letta 7146 volte dal 23 gennaio 2006
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