Valdaveto.net > Articoli e ricerche di carattere storico > Siti di interesse storico: il castello di Rezzoaglio
Il giorno 17 giugno 2000, su indicazioni di Antoniuccia Sbertoli (impiegata presso il Comune a Santo Stefano d'Aveto che ebbi modo di conoscere frequentando l'archivio comunale alla ricerca di documenti antichi riguardanti la Val d'Aveto), trovai il Castello di Rezzoaglio (o meglio... i suoi ruderi) e sulla piana sottostante i resti di un antico villaggio che in un prossimo futuro sarà auspicabilmente interessato da una campagna di studi da parte degli amici medievisti, storici, archeologi e storici dell'arte.
In quel periodo del giugno 2000 ero intento a scrivere un contributo per il depliant intitolato
Rezzoaglio. Hemingway e la Val d'Aveto, all'interno del quale parlavo di un "Castello posto
sulla rocca presso l'ansa dell'Aveto".
Francamente non reputavo corretto pubblicare una notizia sulla scorta di un sentito
dire, specie quel genere di notizia.
Così mi informai meglio; chiesi se c'era qualche strada che portava sulla collinetta
oltre l'Aveto ove s'immaginava che il Castello si trovasse.
Il cugino della Sbertoli, da me interpellato, rispose che forse c'era un sentiero che
portava alla "Megoia", ma me lo sconsigliò vivamente poichè era in buscià (un luogo da vipere e serpi).
Mi avventurai ugualmente: avevo la videocamera, una piccola macchina
fotografica Kodak, alcuni fogli quadrettati, una matita ed una
metrella da 5 metri.
Girovagai su e giù per la collina puntuta ferendomi coi rovi e coi pruni.
Credevo di non aver trovato nulla quando, scendendo sulla spianata sotto la collinetta puntuta, m'imbattei
in un muretto apparecchiato in conci di buona fattura; non sembrava una macera, v'erano
tracce di malta come legante.
Vi girai intorno: si trattava di quella che poi chiamai, negli
schizzi approntati, la torre.
Pazzo di gioia iniziai a fotografare e a riprendere con la videocamera.
Feci molti giri intorno alla torre.
Per via della troppa eccitazione a volte si dimentica di
controllare se la spia del rec sia accesa.
La data era sovraimpressa sulla
pellicola. Bene!
Iniziai a disegnare gli schizzi della torre poi, visto che s'era fatto tardi, feci il percorso
a ritroso ripromettendomi di ritornare a breve.
Il 24 giugno 2000 ritornai in quei luoghi.
Lungo il sentiero individuai chiaramente muri di sostegno che portavano al sito.
Giunto nei pressi della torre iniziai a filmare.
Osservando meglio mi accorsi che erano presenti altri muri semitondi.
Mi accingevo a filmarli quando, in seguito ad una variazione di
luminosità, intravidi fra le fronde altri muri.
Si trattava del bastione semicircolare.
Il campanile di Rezzoaglio batteva sordi rintocchi ma a me dello scorrer del tempo poco
importava: c'eravamo solo io ed il mio castello, quasi un rapporto di simbiosi.
Lui aveva bisogno di me per emergere dalle nebbie della storia, io avevo bisogno di lui
per dare un senso ad anni di duro lavoro in quelle plaghe, spesso deriso come un
cacciatore di sogni.
Ora avevo una preda, e che preda!
Il campanile, di là dall'Aveto, attraverso l'occhio della torre
campanaria sembrava guardare, curioso e bonario, a quel pazzo che si arrovellava a
salire e scendere dalla collinetta spianata in cerca di chissà cosa: aveva forse
smarrito la ragione?
Lungo il fiume individuai postazioni difensive; parevano controllare la strada che dal guado conduce, con muretti a secco, alla spianata della torre e del torrione semicircolare.
Colpendo il sottobosco con il mio fido bastone, sentii un suono sordo: subito pensai alla presenza di
un muro perimetrale ma, essendo solo, abbandonai immediatamente l'idea di scendere verso il dirupo
per controllare (tempo dopo tornai sul sito con gli amici Alberto Menna,
Armando e Carlo Fugazzi; quest'ultimo, dopo essersi calato, rilevò la presenza di
un avanzo di muro perimetrale).
S'era fatto tardi.
Provai a discendere dove la collinetta sembrava degradare dolcemente verso l'Aveto.
Fu alla fine del percorso che,
giunto sul piano, mi accorsi della presenza d'immensi muri perimetrali.
Le pietre, essendo massi di fiume sovrapposti senza apparente traccia di legante, parevano accatastate sfruttando l'imponenza del
basamento.
Costeggiai la spianata.
Incontrai altri immensi muri che parevano di
difesa; un tratto di muro era spesso circa tre metri.
Nel boschetto a lato osservai ruderi disseminati dappertutto.
Incontrai una casa colonica che negli schizzi chiamai la foresteria.
Indagai brevemente e poi guadai il fiume.
Giunto sull'altra riva risalii un sentiero alla fine del quale sbucai sul piazzale
della chiesa di Rezzoaglio.
Lì casualmente incontrai il Sindaco.
Gli dissi: Forse ho scoperto il Castello di Rezzoaglio.
Mi fu risposto: Ah!... bene.
Links
- Il castello di Rezzoaglio
- Siti di interesse storico: ca' de gh'Osti, ca' de Menun (Parazzuolo)
- Siti di interesse storico: il castelà presso Campomenoso
- Il feudo Fliscano di Santo Stefano d'Aveto
- I Soprintendenti Regionali visitano il sito paleoarcheologico 'Le Moglie'
- Panoramio > Giames > Castello di Rezzoaglio - Bastione Semicircolare
- Panoramio > Giames > Castello di Rezzoaglio - Muraglione con feritoie
Pagina pubblicata il giorno 8 luglio 2005
(ultima modifica: 23.08.2010), letta 9272 volte dal 23 gennaio 2006
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