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La famiglia Campomenoso ad Anversa nei secoli XVI e XVII

di Luca Maggiore
riassunto del documento in lingua olandese De familie Campomenoso di Luca Maggiore
traduzione a cura di Luca Maggiore

La composizione della famiglia

Da Genova ad Anversa

Non è possibile affermare con certezza quando Cipriano e Angelo Campomenoso siano arrivati ad Anversa, la città portuale che durante il Cinquecento era diventata il centro commerciale per eccellenza del Nord Europa. Cipriano risiedeva comunque nella città fiamminga sicuramente da prima del 1574. In una lettera al magistrato di Anversa del 10 ottobre 1576 il console genovese descrive Cipriano come un ricco e importante mercante e afferma che il genovese già da molti anni viveva nelle Fiandre. Quanto sostiene il magistrato di Anversa viene anche avvalorato da alcune lettere di mercanti italiani a Londra.

Angelo Campomenoso, al contrario, compare nelle fonti dell'archivio storico di Anversa una sola volta, il 28 aprile 1600. In questa data Angelo intentò un processo contro Andries Vanden Brande per la proprietà di tre dipinti. È probabile dunque che Angelo risiedesse ad Anversa solo per brevi periodi.

Breve geneaologia dei Campomenoso ad Anversa

Cipriano Campomenoso (ca. 1535 - 1622) sposò Constantia Invrea (o Inurea) (date di nascita e morte sconosciute), appartenente a una delle più importanti famiglie italiane nelle Fiandre. La coppia ebbe sei figli:

  • Bartolomeo (1597 - 1670) ,
  • Lucrezia (1595 - prima del 1653) ,
  • Costanza (1599 - prima del 1614) ,
  • Vincenzo (1593 - prima del 1614) ,
  • Vincenzo (1602 - prima del 1614) ,
  • Anna (1594 - dopo il 1653).

Bartolomeo, l'unico figlio maschio che sopravvisse al padre Cipriano, sposò Maria Gridolfi.
La coppia ebbe 18 figli:

  • Anna G. (1621 - 1634) ,
  • Vincenzo (1622 - 1657) ,
  • Pietro Geronimo (1623 - 1653) ,
  • Cipriano II (1624 - 1692) ,
  • Cristina Maria (1625 - 1679) ,
  • Filippo (1627 - 1650) ,
  • Lucrezia (1628 - 1629) ,
  • Isabella (1629 - 1629) ,
  • Bartolomeo (1631 - 1656) ,
  • Isabella (alias Elisabetta) (1632 - 1650) ,
  • Costanza (1633 - 1682) ,
  • Giuseppe (1634 - 1663) ,
  • Anna (1636 - 1701) ,
  • Giovanni Battista (1637 - 1704) ,
  • Sara Maria (1639 - 1661) ,
  • Francesco (1642 - 1665) ,
  • Susanna (1643 - 1643) ,
  • Teresa (1645 - dopo il 1729).

 

Cipriano e Bartolomeo Campomenoso: mercanti e banchieri

Cipriano Campomenoso, mercante e banchiere di successo

Non tutti i mercanti italiani che affrontavano il lungo viaggio verso il Nord Europa erano ricchi ed appartenevano ad una famiglia nobile. Anzi, molti di loro intrapendevano questa avventura proprio alla ricerca di ricchezze e titoli nobiliari.

Le fonti storiche nell'archivio comunale di Anversa rivelano pochi dati sul patrimonio dei Campomenoso all'arrivo nella città fiamminga. L'unica traccia è un atto notarile dove i due fratelli, Angelo e Cipriano, dichiarano di possedere una casa a Genova. Il fatto che i Campomenoso non appartenessero neanche al Collegio degli Anziani di Genova, la più importante magistratura delle Repubblica genovese, ci fa supporre che i due fratelli facevano partedi quella folta schiera di mercanti venuti nelle Fiandre in cerca di fortuna.

Nel 1585 Cipriano era in contatto non solo con i genovesi Giacomo Cattaneo e Benedetto Assarino ma anche con Stefano Nunes e Luis Alvares Caldeira. Questo dimostra come fosse importante la rete commerciale dei mercanti italiani, spagnoli e portoghesi in Europa. Le lettere di Cattaneo a Campomenoso rivelano inoltre un complesso e articolato mercato finanziario europeo. Cipriano Campomenoso era ad esempio anche in contatto con Simon Ruiz, banchiere di Medina del Campo. Infine non devono essere assolutamente sottovalutati i contatti commerciali dei mercanti italiani con Londra. Cipriano intrapendeva infatti rapporti commerciali con alcuni mercanti italiani nella città inglese: Giovanni Benedetto Invrea, Cristofalo de Monte e Giovanni Francesco Sopranis.

I frutti della partecipazione al grande commercio europeo non si fecero attendere. Nel 1615 Cipriano poté acquistare un titolo nobiliare ed investì i ricavi in diverse herenhuizen (palazzi nel centro di Anversa) e nell'acquisto del Solhof (una villa rustica con diversi terreni agricoli). Nonostante questi investimenti lasciò ai propri eredi un cospicuo patrimonio in fiorini. Il testamento del mercante genovese mostra infine come egli fosse sicuramente uno dei più ricchi mercanti di Anversa.

Bartolomeo Campomenoso, il difficile compito di un erede

Sull'infanzia e sulla gioventù di Bartolomeo disponiamo purtroppo di poche notizie. Dal 1619 al 1622 Bartolomeo si trasferì a Liegi dove entrò a far parte della corporazione dei pescatori per poter acquisire in quel modo la cittadinanza della città vallona. Le ragioni di questo passaggio a Liegi sono da ricercare nella volontà del padre Cipriano. Il mercante genovese intendeva raggiungere due scopi con il trasferimento del figlio: fare a meno degli agenti italiani e valloni a Liegi e soprattutto far fare esperienza al suo probabile successore. Il tentativo di Cipriano di fare del figlio un mercante e banchiere di successo non diede però i frutti sperati. Bartolomeo emerge, in questo periodo, dalle fonti storiche esclusivamente a causa di processi per mancati pagamenti di conti nelle taverne di Liegi e Anversa.

Alla morte del padre nel 1622 Bartolomeo fece definitivamente ritorno ad Anversa, ma il suo atteggiamento non cambiò e la stella dei Campomenoso conobbe una lenta ma inarrestabile caduta. La congiuntura internazionale giocò senz'altro un ruolo importante, ma la cattiva gestione di Bartolomeo fu sicuramente la causa maggiore del rapido declino dei Campomenoso ad Anversa.

Nonostante la non florida situazione economica Bartolomeo decise di acquistare nel 1626 una signoria nel Waasland nei pressi di Anversa. Bartolomeo versò a Davide e Paolo Bustanci 92.000 fiorini, una enorme somma per quell'epoca, per ottenere la proprietà della signoria. L'investimento fu tuttavia di corta durata, perché Bartolomeo dovette cedere nel 1628 la signoria allo spagnolo Alonso Carrillo.

A causa di debiti e continui processi la fiducia dei mercanti italiani residenti ad Anversa nei confronti del mercante genovese dominuì con il passare degli anni. Bartolomeo venne infine costretto a pagare tutti i suoi debiti con la vendita del suo patrimonio ai cognati. Rimase solo in possesso di una casa ad Anversa, "La rosa bianca", dove viveva con la famiglia e con la madre Costanza Invrea.

Dopo poco tempo la posizione di Bartolomeo ad Anversa divenne insostenibile. Decise quindi nel 1641 di trasferirsi ad Aartselaar dove possedeva ancora il già menzionato Solhof e dove grazie ai contatti con Ambrosio, conte di Hornes e barone di Boxtel, poté esercitare la funzione di falconiere.

Nel 1653 decedeva la moglie di Bartolomeo all'età di 53 anni dopo aver messo al mondo ben 18 figli. Nel 1655 Bartolomeo decise ancora una volta di cambiare totalmente vita: divenne sacerdote nel paese di Aartselaar.

Bartolomeo morì il 26 aprile 1670 alla, tenendo conto delle aspettative di vita nell'Ancien Regime, venerabile età di 73 anni. I figli, a conoscenza dei debiti del padre, rifiutarono l'eredità.

 

L'integrazione dei Campomenoso nella vita sociale di Anversa

Cipriano Campomenoso prese attivamente parte alle manifestazioni culturali di Anversa. Tutti i genovesi d'altronde erano preminentemente presenti a tutte le feste cittadine e durante le entrate solenni dei sovrani nella città. Il console genovese sottolineava in una lettera del 1576 come Cipriano prendesse parte con impegno a tutte le attività del consolato genovese.

Cipriano nel 1615 non aveva ancora acquisito il titolo nobiliare e quindi formalmente non poteva far parte del consolato, riservato ai soli nobili, che regolava la vita dei genovesi ad Anversa. Il fatto che Cipriano (e il suo concittadino Geronimo Scorza) venisse accettato nel consolato dimostra come questo fosse aperto anche ai mercanti non nobili e dimostra soprattutto come "il patrimonio" fosse la vera e unica condizione per poter partecipare alla vita sociale e politica "genovese" della città fiamminga.

Una fonte storica che fornisce dati interessanti sulla vita sociale sono i registri parrocchiali. Quelli di Anversa mostrano senza ombra di dubbio come l'istituto del "padrinaggio" fosse una maniera per rafforzare e ufficializzare esistenti rapporti sociali tra le famiglie italiane ad Anversa.

Il padrino di Bartolomeo Campomenoso era Giovanni Battista Porrata, mercante genovese, mentre la madrina era Angela Granon, moglie del genovese Antonio Spinola.

Nel cerchio di amicizie di Bartolomeo troviamo anche Pietro Andrea Canoniero, autore di diversi libri sulla ragione di stato e fautore della controriforma.

Bartolomeo, nato e cresciuto ad Anversa, scriveva, e probabilmente parlava, anche in fiammingo. Tra i padrini e le madrine dei suoi numerosi figli troviamo difatti accanto ad esponenti di famiglie italiane anche esponenti di famiglie fiamminghe. Le sorelle di Bartolomeo, Anna e Lucrezia, sposarono dei fiaminghi: rispettivamente Sasbouth Van Varicq, balio di Lille e Jan Baptist Van der Goes, mercante. Dalla terza generazione in poi i Campomenoso non sposarono più degli italiani a dimostrazione della perfetta integrazione nel mondo di Anversa.

 


 

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Pagina pubblicata il 2 agosto 2006, letta 6351 volte
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