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Gli Sciallin ovvero i cantastorie Cereghino di Castello

di Sandro Sbarbaro

Sui Cereghino cantastorie di Castello, frazione di Favale di Malvaro  link esterno , già si sono esercitati valenti studiosi.
Io mi limiterò a cercare di capire il perché del soprannome Sciallin dato al capostipite.

In un primo tempo pensai che derivasse da sciallu, da cui sciallin, piccolo scialle.
Supposi infatti che il Cereghino prima di aderire alla confessione valdese  link esterno appartenesse, data la sua profonda religiosità, a qualche confraternita ed indossasse quindi la classica cappa.
La cappa in effetti potrebbe assomigliare ad uno scialle.
La cosa però non mi convinceva.
All'improvviso si affacciò alla mente una vecchia filastrocca dei nostri monti.

Scialla, scialla che vegne papà...

Ma cosa significava esattamente il termine scialla?
Venne in mio aiuto il "Vocabolario genovese - italiano" di Giovanni Casaccia, Genova 1851:

Scialla!   Allegri! Viva! Esclamazione d'allegrezza.
Sciallàse   n. p. Rallegrarsi, gioire, Godere, Giubbilare, Gongolare; Brillar di gioja, Tripudiare, Esser contento

A questo punto era ovvio che il soprannome Sciallin stesse per l'Allegrino, colui che attraverso la musica e le storie buffe porta l'allegria alla gente.

 

Un tempo mia nonna Virginia Garbarino, classe 1900, mi raccontò che u Sciallin de Castellu arrivava fino a Costafinale per cantare, accompagnandosi con un violino, le canzoni tratte dal repertorio dei Cereghino.
I poveri contadini dell'epoca lo omaggiavano con alcune patate.
Mio nonno Giovanni Repetti fu Gio Batta di Cà de là di Codorso, classe 1894, disse di averlo sentito suonare da autodidatta col suo violino e mi recitò perfino la strofa di una canzone.
Di seguito ne riporto la trascrizione.
Sembra una variazione della canzone di Andrea Cereghino intitolata "Cansonetta della prusce", riportata dal Collettivo Culturale 'Il Gruppo' nel bellissimo libro "Alla ricerca dei Cereghino cantastorie in Favale", Bozzi Editore, Genova 1980, pag. 100.

Alla ricerca dei Cereghino cantastorie in Favale

Cantando delle pulci, lo Sciallin attaccava il ritornello:

"In te cette de fadette
e ghe l'han belle sciètte
e i ommi in po' buffun
a piggiàle nu sun bun"

La traduzione è la seguente:

"Nelle pieghe delle faldette (delle sottane)
le hanno belle schiette
 [1]
e gli uomini un po' buffoni (buffi, goffi)
a prenderle non son buoni"

 

 

Note:

[1] Schiette: pure. La frase "le hanno belle schiette" ha il significato di "sono invase dalle pulci"

 


 

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Pagina pubblicata il 29 agosto 2006, letta 7559 volte
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