Valdaveto.net > Usi, costumi, tradizioni, racconti e leggende > Rubrica 'Viaggio nel nostro dialetto' di Piero Campomenosi > Viaggio nel nostro dialetto: strafügnâ e spregnaccâ
di Piero Campomenosi
articolo già pubblicato su L'eco del Maggiorasca
Che molti vocaboli del nostro dialetto, del genovese e dello stesso italiano siano di derivazione gotica,
longobarda o quanto meno tedesca, è risaputo e non occorre qui ribadirlo. Estremamente eloquente, a questo
proposito, è la nostra toponomastica dove, per esempio, il vocabolo gatter, che in tedesco
significa luogo recintato, viene ripreso in toponimi come Gatèra (terreno a nord-est dell'abitato
di Santo Stefano d'Aveto), Cattaragna (gatter amnia = torrenti chiusi), Calzagatta (ant.
Casagatera = Casa recintata) e che si trova nello stesso vocabolo italiano gattabuia
(prigione).
Nell'antico modenese prigione, ad esempio, si diceva comunemente gattara. Si veda
Muratori (AR II (1918) 259).
Di notevole interesse è pure la voce verbale strafügnâ, diffusa anche nel Piacentino e nel
Parmense, col significato di sgualcire, sciupare, arruffare, da cui i nostri strafügnau, strafügnento, strafüggiun.
Tutte queste voci sono di derivazione dal legate termine longobardo strupf (mannello di paglia),
col successivo passaggio apofonico u > a pretoniche, da cui hanno origine gli stessi
vocaboli italiani struffo, struffolo, strufonare, strufone, voci il cui significato è
imparentato con l'italiano strofinare.
Lo struffolo è, ad esempio, quel mazzo di paglia usato dagli scultori per strofinare e lustrare il
marmo.
Nel nostro dialetto strafügnâ significa stropicciare, spiegazzare e si attribuisce a stoffe e abiti.
"A camisa l'è strafügnâ, ne m'a pössu mette!" (la camicia è stropicciata, non la posso indossare...) si dice quando una camicia ha bisogno di una stirata.
In genovese strufüggiu significa per l'appunto strofinaccio o straccio stropicciato e si dice anche come vezzeggiativo.
"T'é ô mê strufüggiu!" sembra quindi voler dire "Sei il mio
coccolone!", rivolgendosi soprattutto ai bambini.
Ancora più interessante dal punto di vista etimologico è spregnaccâ, vocabolo che ha da noi il significato di
schiacciare con forza, spiaccicare.
Questa voce ha origine direttamente dal verbo tedesco zerknacken che significa schiacciare con i denti.
Da notare che il verbo spregnaccâ è proprio solo di due aree linguistiche della Liguria: la Val d'Aveto e
Val Fontanabuona.
Si tratta quindi di un termine autoctono, sempre più sostituito da schissâ (schiacciare), che tuttavia nel nostro dialetto non ha proprio la stessa accezione. Un conto infatti è lo schiacciare, ma ciò che viene "spregnaccau" (si pensi ai rospi che finiscono sotto le ruote delle automobili), lascia spesso solo un ricordo di sé.
Proverbi dialettali
"Chi ö sentì di lamenti, ch'u vagga a truâ i manenti" (chi vuol sentire lamenti vada a trovare i mezzadri)
Links
- Viaggio nel nostro dialetto: calâ e ascalàse
- Viaggio nel nostro dialetto: spernissâ e nissâ
- Viaggio nel nostro dialetto: quande a frana a se ciameia lübia
- Viaggio nel nostro dialetto: peschêuggiu e bratta
- Viaggio nel nostro dialetto: pieûna e pieûrettu
- Le passeggiate quotidiane di Giorgio Caproni in Val Trebbia
Pagina pubblicata il 9 febbraio 2007, letta 5340 volte
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