Valdaveto.net > Il territorio della Val d'Aveto e delle valli limitrofe > Raccolta di articoli relativi a località della Val d'Aveto > Rezzoaglio
di Sandro Sbarbaro
fotografia in bianco e nero di Danilo Zagliani
cartina tratta da Nel Parco, notiziario ufficiale del Parco Naturale Regionale dell'Aveto
L'itinerario che ci permette di entrare in Rusagni (l'antico nome di Rezzoaglio) proprio dove era situato l'antico insediamento, non è stato formulato a caso. Rusagni è sempre stato in questi prati in sponda destra dell'Aveto, qui le famiglie dei nobili Cella e Rezoagni avevano le loro case e qui le avevano anche i Malaspina (gli antichi proprietari della Val d'Aveto).
Poi le case furon costruite più in alto, forse per sfuggire alle piene del fiume, e in ciò si può notare un parallelismo con Cabanne (altro feudo dei Dalla Cella).
Le antiche case di Rusagni pian piano sono scomparse inglobate nelle nuove. In Rezzoaglio basso (abbozzato magistralmente da Matteo Vinzoni nella sua Carta dei Feudi Imperiali del 1738 con le case al di là del fiume omonimo) esistono ancora alcuni edifici in pietra a vista che rammentano le antiche costruzioni con i portali maestosi frutto di tremende fatiche, ma... ahimè, sono rarità in via di estinzione.
Ricordiamo che Rezzoaglio è citato nel famoso documento "Investitura Conradi Malaspina Marchionis pro Gerardo et Bonifacio, Rainardo et Gerardo de Meleto", rogato in Piacenza nel 1251, dove si legge: " [...] et Lertula similiter, et Resuagno, et Alpeplana, et Visuprano, et Vimezano, et Cunico".
Oratorio di San Terenziano
Costruito, secondo il Mons. Tosi, probabilmente nel corso del XVI secolo, è certamente dedicato ad un santo verso il quale gli abitanti di Rezzoaglio e dintorni nutrono un affetto particolare, più sincero di quello verso il San Michele che domina il piazzale dell'attuale parrocchia dall'alto della nicchia sulla facciata barocca.
E' certa la sua esistenza già nel 1575; fino al 1611 vi si poteva ammirare l'effigie del santo, ora nella parrocchiale.
La chiesa di San Michele a Rezzoaglio
Rezzoaglio successivamente si è sviluppato più in alto attorno alla parrocchiale. La chiesa subì diverse modifiche: costruita la navata centrale nel 1523 all'epoca dell'elevazione a parrocchia (come cita G. Fontana nel suo "Rezzoaglio e Val d'Aveto..."), nel 1575 fu consolidata perché minacciava rovina; nel 1720 venne allungata di una arcata.
Nel 1769 si iniziò la costruzione della maestosa torre campanaria, gioiello che si eleva con la compattezza e l'armonia della pietra su contro l'azzurro del cielo. La torre fu compiuta nel 1825 e tante fatiche si può ben dire che siano state ricompensate dal risultato.
Nel 1929 la chiesa veniva trasformata ancora e consegnata ai posteri con l'aspetto baroccheggiante che ancor oggi si ammira.
E' da notare che già nel 1303 si parla di un "S. Michaelis de Insula Vallis Avanti". Molti vogliono vedere in questa chiesa (citata anche in documenti dl 1525, del 1530, del 1533) la progenitrice della attuale chiesa di San Michele di Rezzoaglio, ma la sua esatta collocata ancora non si conosce; alcuni ipotizzano che la chiesetta fosse edificata nei pressi dell'abitato di Isola-rotonda di Rezzoaglio, da cui il toponimo di "Insula".
Il Castelluzzo di Rezzoaglio
Proseguendo in sponda sinistra dell'Aveto si giungeva sul Poggio detto del Castello o Castelluzzo di Rezzoaglio ove era l'altro Castello dei nobili Cella; la conformazione del sito è simile a quello del Castelluzzo di Mileto con l'Aveto che gira intorno al poggio formando un ampia ansa e le scoscese pareti in roccia che impediscono attacchi improvvisi.
Il sito, ora invaso dalla vegetazione e dagli alberi, è stato eletto a stazione di partenza per le razzie in Aveto degli aironi.
Si suppone che il Poggio del Castelluzzo (essendo pressappoco in linea con la Rocca di Pietra Martina, a sua volta in linea con il Castelluzzo di Mileto, in linea con i "Castelletti della Moglia") fosse servito da sistemi di segnalazione a vista per controllare il fondovalle dell Aveto.
Nessun evento da segnalare per i prossimi 120 giorni
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Pagina pubblicata il 3 agosto 2007, letta 8851 volte
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