Valdaveto.net > Articoli e ricerche di carattere storico > La chiesa parrocchiale di San Lorenzo in Arzeno
di Mario Chiappe
planimetria elaborata nell'anno 2005 dall'arch. Roberto Spinetto su indicazioni di Mario Chiappe
scheda a corredo di Parrocchie e chiese di Val Graveglia tra Cinquecento e Settecento, articolo in corso di pubblicazione sul n° 5 della rivista "I quaderni di Ivo" edita a cura del Gruppo Ricerche Civiltà Ligure Yvon Palazzolo – Chiavari
La scheda relativa a questa chiesa, aggiornata alla primavera del 2005, necessita di integrazioni.
Nel corso dei restauri agli interni dell'edificio, diretti dall'architetto R. Spinetto con la supervisione della Sovrintendenza ai Beni Artistici ed Architettonici ed effettuati dalla ditta "Bottega del restauro" di Genova, sono emerse ulteriori informazioni che, se da un lato hanno confermato le ipotesi esposte in questa scheda, dall'altro renderebbero opportuni ulteriori approfondimenti.
Si è preferito, tuttavia, offrire al lettore una prima lettura delle fasi edilizie dell'edificio, rimandando ad altra sede un'illustrazione completa e approfondita della sua storia e dei dipinti venuti alla luce durante i restauri.
La parrocchiale di Arzeno è documentata a partire dal 1254 1 . La sua intitolazione a San Lorenzo potrebbe essere messa in relazione con la presenza di possedimenti della Chiesa genovese (la cui cattedrale è dedicata al santo Diacono) nel territorio del villaggio, fin dall'XI secolo. La sua collocazione, lungo la vecchia via di comunicazione che collegava Chiavari con l'Alta Val di Vara potrebbe, forse, essere letta come un ulteriore indizio di una fondazione genovese, dal momento che, come è noto, la Chiesa di Genova appoggiò la politica di espansione territoriale del Comune che, nel Tigullio, disponeva di un caposaldo costituito dal castello e dal borgo di Chiavari, edificati verso la fine del XII secolo 2 .
Della primitiva costruzione romanica sono ancora visibili il basamento della torre campanaria, risalente al XII-XIII secolo 3 , (la parte superiore, colpita da un fulmine nel 1927, fu ricostruita due anni più tardi) e tracce di fondazioni di un muro laterale della navata, visibili nei sotterranei dell'adiacente casa canonica.
Una visita pastorale del 1579, più volte ricordata, consente di ricostruire le linee architettoniche della chiesa medievale. Si trattava di un edificio ad aula unica, terminante in un'abside semicircolare, coperto da un soffitto a capriate lignee. La torre campanaria era forse dotata di una copertura a cuspide piramidale, che, a, quell'epoca, era crollata, forse a causa di un terremoto o di un fulmine. La porta d'ingresso, posta in facciata, terminava in un arco. Nella parete absidale si aprivano due monofore; l'altare era rivolto ad oriente, secondo l'uso antico.
E' probabile che l'edificio medievale occupasse un'area corrispondente all'incirca all'odierna navata. Essendo stato invertito l'orientamento nel corso di ampliamenti seicenteschi, la facciata originaria doveva trovarsi all'incirca tra l'odierna navata e il presbiterio; l'abside semicircolare doveva essere situato, invece, nell'area vicina all'ingresso e terminare, probabilmente, in corrispondenza dell'odierna facciata, in modo da risultare allineato, all'esterno, con la torre campanaria. Come la maggior parte delle chiese rurali del Genovesato, la chiesa era priva di casa canonica (resa obbligatoria, del resto, solo a partire dal Concilio di Trento) e di sacristia 4 .
I decreti emanati da mons. Bossi nel corso della visita apostolica alla diocesi di Brugnato del 1582 prevedevano, fra l'altro, che dovessero essere imbiancate le pareti interne (segno che erano coperte da intonaci), che venisse riparato il tetto e ricostruita la sommità del campanile 5 .
A parte qualche necessaria miglioria, la chiesa medievale dovette giungere pressoché intatta fino al secondo quarto del secolo successivo. Nei decreti della visita pastorale di mons. G. B. Durazzo del 1640 si legge: quo citius fieri poterit hortantur populi quo perficiant ecclesiam. In quelli di un'altra visita compiuta dallo stesso presule cinque anni più tardi si dispone di ricavare nel coro una custodia per gli olei santi, quia ecclesia fabricatur 6 . In un registro di cassa della masseria, sotto le annate 1644 e 1648 sono segnate due liste di nomi di parrocchiani tenuti a prestare giornate lavorative o materiale da costruzione per la chiesa 7 .
In seguito a tale ampliamento l'edificio assunse l'aspetto di chiesa barocca a una sola navata, coperta da volte a botte, terminante in un'abside a pianta rettangolare, con quattro cappelle laterali, anch'esse coperte da volte a botte, edificate tra il 1644 e il 1700 8 .
Nel 1803 venne arretrato il coro, che fu ricostruito a pianta semiesagonale, e dovette essere pure riedificato l'altare maggiore, in stucco, andato distrutto nel corso dell'ampliamento 9 . Gli stucchi delle due cappelle maggiori furono rifatti nel 1773 e nel 1797 10. Quelli delle due cappelle minori, risalgono, invece, al pieno Settecento.
Stando ad un inventario dell'epoca, nel 1656, il campanile doveva misurare 50 cubiti (m. 22 circa) di altezza. Probabilmente dopo l'ampliamento seicentesco della chiesa, dovettero essere rinnovate, in base ai canoni del Barocchetto Rurale, la cella campanaria e la cuspide. Prima del rifacimento novecentesco, che ha cancellato le strutture barocche, sono documentati altri due interventi, uno tra il XVII e il XVIII secolo, l'altro verso la fine del XIX, seguiti da un restauro degli inizi del secolo XX 11.
Malgrado tali interventi, il basamento, in pietra a vista, dovette restare sempre privo di intonaci, forse a causa della penuria di mezzi derivante dalla consistenza piuttosto ridotta della popolazione. La presenza del basamento romanico, che in epoca barocca poteva contrastare con il gusto dominante, con la riscoperta dei monumenti medievali, caratteristica del periodo che intercorre fra il XVIII e il XIX secolo, cominciò ad essere interpretata come indizio di antichità e di presunta primogenitura della chiesa su quelle vicine. Così, nel 1804 il rettore Antonio Maria Raffo descriveva il campanile come un'antichissima costruzione di piccamento. Nel 1850 un suo successore lo definiva addirittura gotico 12 .
Note
[1] A. FERRETTO, I Primordi e lo sviluppo del Cristianesimo in Liguria in Atti della Società Ligure di Storia Patria, XXXIX (1907), pag. 753.
[2] Un'altra vecchia strada, che si intersecava con questa nella parte superiore dell'abitato di Arzeno, nel punto ove sorgeva una vecchia casa-torre, proveniva, invece, da Sestri Levante e saliva anch'essa in Alta Val di Vara. Su queste vie di comunicazione: G. REDOANO COPPEDE', Il sistema viario della Liguria in età moderna, Genova, 1989.
[3] Si veda in proposito il contributo curato da Osvaldo Garbarino e pubblicato in questo numero della rivista.
[4] M. CHIAPPE, Chiese medievali della diocesi di Brugnato in una visita pastorale del tardo Cinquecento. Ipotesi ricostruttive di edifici medievali scomparsi in L'abbazia di Borzone. Verso la rinascita. Atti del II Seminario di Studi, Abbazia di Borzone, 10 maggio 2003, a cura di B. BERNABO', Accademia dei Cultori di Storia Locale, Chiavari, 2005, pag. 93.
[5] Sette anni più tardi non erano ancora stati adempiuti (cosa usuale, per le parrocchie rurali dell'epoca, sprovviste di mezzi). Essi prevedevano la costruzione di una sacristia e della casa canonica, per le quali si dovette attendere oltre un secolo. I decreti di mons. Bossi, per quanto riguarda la chiesa di Arzeno, sono riprodotti in una visita del 1589. AVB, Decreti Visite Pastorali, Visita compiuta da prete Bartolomeo Rezano per conto di mons. C. Dadeo, 26 novembre 1589.
[6] AVB, Visite Pastorali 1579-1686, Visite di mons. G. B. Durazzo del 1640 e del 1645, San Lorenzo di Arzeno, s. p.
[7] APA, Registro miscellaneo recante , sulla copertina, la dicitura: 1634 - S. Lorenzo - Arzeno, s. p.
[8] La chiesa, che nel 1640 era dotata ancora di un solo altare sedici anni dopo disponeva di tre cappelle laterali, di cui due ancora da terminare. Il cimitero circonda detta chiesa e parte di detto cimitero serve per piazza. Ha l'altare maggiore con dietro il suo coro di larghezza 12 palmi (m. 3) in circa e lunghezza 20 (m. 5), con il campanile che è in fondo della chiesa d'altezza 50 cubiti (m. 22) in circa. Ha una capella fornita (sic) e due incominciate (...) è senza canonica. APA, Carte relative alla vertenza fra le parrocchie di Arzeno e di Reppia per la divisione di alcune terre della mensa parrocchiale (metà sec. XVIII), Inventario steso dal parroco Antonio Stagnaro nel 1656 (copia della metà del sec. XVIII).
La quarta cappella fu costruita a partire dall'anno 1699. APA, Carte relative alla Curia Vescovile., Visita pastorale di mons. N. L. Lomellini del 1739.
Nel 1794 il rettore descriveva il coro come antico e quadro e precisa che sarebbe intenzione dei parrocchiani fare il coro rotondo. AVB, Decreti Visite Pastorali, Risposte del Parroco di Arzeno al questionario per la visita pastorale del 1794.
[9] AVB, Decreti Visite Pastorali, Risposte del Parroco di Arzeno ai quesiti per la visita pastorale del 1804. Il precedente altare, che il Tiscornia confonde con l'attuale, era stato eretto nel 1773. APA, Registro di cassa della masseria dal 1749 al 1850, ad annum.
[10] APA, Registro di cassa della masseria dal 1749 Al 1850, ad annos.
[11] Nel 1694-94 è segnata la spesa per far la volta al campanino. Nel 1702-1703 quella per far inalzare il campanino e per gli scaglioni per coprire lo stesso. APA, Registro di cassa della masseria dal 1692 al 1739, sub annis.
[12] AVB, Decreti Visite Pastorali, Risposte del parroco Antonio Maria Raffo e ai quesiti per la visita pastorale del 1804; Risposte del parroco Bartolomeo Rossi al questionario per la visita del 1850. E' opportuno ricordare che il rev. Raffo era membro della Società Economica di Chiavari. Si veda in proposito la nota n. 81 di questo lavoro.
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Pagina pubblicata il giorno 11 febbraio 2008, letta 11807 volte
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