Viaggio nel nostro dialetto: calā e ascaląse

di Piero Campomenosi

Per quanto possa sembrare strano, i due termini dialettali calā (sentiero o viottolo, che viene scavato nella neve fresca) e ascaląse (osare), quasi sempre usato con negazione, hanno la stessa origine etimologica.
Derivano entrambi dal latino callis, is, col significato di via, sentiero.
Permangono nell'italiano le parole calle, caratteristica viuzza veneziana, e callaia, l'apertura che si fa nelle siepi per entrare nei campi, (cfr. Dante, Purg. XXV,7), e che troviamo in svariati autori (Gozzi, Monti, D'Annunzio, ecc) col significato pił generale di viottolo o strada campestre.
La nostra calā, una voce diffusa in tutta l'area ligure - piemontese, č pertanto da avvicinarsi alla callaia.
Lo stesso Manzoni, nella edizione dei Promessi Sposi del 1827 (132), scrive callaietta, vale dire stradetta, diminutivo di callaia.
Il nostro termine, oltre ad acquistare una particolare accezione, ha assistito anche allo scempiamento della consonante intensa intervocalica - l - e alla caduta del dittongo atono - ia.

Di notevole interesse linguistico č, inoltre, il verbo dialettale ascaląse, pure esso derivato da callis, da cui i termini idiomatici liguri incaląse e ascaląse e i piemontesi incalóse (Novi) e ancalése (Vercelli).
Se il callis dei latini era un sentiero angusto, ascaląse č venuto quindi a significare tentare un sentiero angusto e quindi osare (cfr. S. Aprosio, Vocabolario ligure storico- bibliografico, Parte Seconda - Volgare e Dialetto, Savona, 2002, vol. I, pag. 571).

Ancora una volta il dialetto e la cultura contadina del nostro paese costituiscono una fonte inesauribile di conoscenze, che ci porta lontano nei tempi e che non dobbiamo assolutamente disperdere.

 

Proverbio dialettale

Nūre fatte a pan, se ne piźue anchźu, piźue duman (nuvole fatte a pane, se non piove oggi piove domani)

 


 

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Pagina pubblicata il 1° marzo 2008, letta 4086 volte
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