Piccola storia dell'emigrazione a Priosa d'Aveto (capitolo 7)

Il ponte a Villa Sbarbari e gli Americani

di Sandro Sbarbaro

In Leo Aldo Narducci, Santo Stefano d'Aveto, L'Emigrazione nelle Americhe dalla Provincia di Genova, Vol. II, Patron editore, pp. 318-319, si legge:
"[...] Il primo decennio, anzi quindicennio, del nuovo secolo fu ancora un periodo di intensa emigrazione per Santo Stefano d'Aveto. Mentre la popolazione, sia presente che residente si riduceva ancora, i partenti - talora intere famiglie o più famiglie dello stesso villaggio - raggiunsero in qualche caso il centinaio (o anche più); i valori massimi furono quelli del 1902, del 1903, del 1905, e del 1912, ma persino nel 1915 si registrò una trentina di partenze [...]
Negli U.S.A., accanto a New York (si dirà più tardi che vi vivono più emigrati o discendenti di emigrati da Santo Stefano d'Aveto, di quanti ne siano rimasti nel Comune), Chicago e Pittsburg, con le loro possibilità di occupazioni industriali, sono le mete preferite; altri emigrati si stabiliscono a Philadelphia e a Boston: qualcuno a Saint Louis del Missouri, Cincinnati e persino a New Orleans; se ne trovano gruppi pure in California, a San Francisco e nella contea di Stockton, che era sempre un polo di attrazione per gli emigrati liguri.
In questi anni si delinea anche un'interessante corrente di emigrazione per l'America latina, diretta in Argentina, Uraguay e Cile, nelle rispettive capitali. Qui come negli U.S.A., ma più che in essi, gli emigrati trovano buone occupazioni nel settore del piccolo commercio; di solito è la seconda o la terza generazione che riesce a fare notevoli fortune."

La famiglia dei "Ciarlatino" del paese, o villa, di Sbarbari era imparentata, inoltre, con i Ferretti della famiglia de "L'Omin", ossia "L'Omino", del paese o Villa di Salto, frazione di Priosa d'Aveto.
Infatti, Sbarboro Catterina, fu Antonio e fu Raggi Catterina, sorella d'Antonio Sbarbaro detto "Lallin" della famiglia dei "Ciarlatin", o "Ciarlatino", nata a Villa Sbarbari nel 1844 aveva sposato Ferretto Costantino d'Antonio, nato a Salto nel 1837.
L'altra sorella di Catterina e Antonio detto "Lallin", ossia Sbarbaro Maria, fu Antonio e Raggi Maria Catterina, nata a Sbarbari nel 1844, aveva sposato il fratello di Costantino, ossia Ferretto Agostino d'Antonio nato a Salto nel 1841.

Nell'anno 1880, Ferretto Costantino e Agostino d'Antonio e altri membri della parentela fra cui Sbarboro Maria moglie d'Agostino, sono in America da 7 anni, indi dal 1873 circa.
Ricordiamo che nel 1880 erano in America da 10 anni i figli di Ferretto Gaspare fu Antonio, nato a Salto nel 1825, marito di Repetto Giulia di Carlo e fu Agostina Repetti, nata a Brugnoni nel 1831.
Costoro erano:
Ferretto Natale di Gaspare nato a Salto nel 1849,
Ferretto Carlo di Gaspare nato a Salto nel 1853,
Ferretto Costantino di Gaspare nato a Salto nel 1861.
Emigrarono, probabilmente, in America con lo zio. Ferretto Antonio, fu Antonio, fratello di Gaspare fu Antonio. Egli nel 1880 è in America da 10 anni, indi dal 1870.
Antonio Ferretti, nato a Salto nel 1828, sposò Repetti Maria fu Antonio e fu Teresa Repetti, nata a Ventarola nel 1832.
Nel 1878 sua moglie Repetti Maria fu Antonio ed i loro figli, secondo il Registro della Popolazione del Comune di Santo Stefano d'Aveto- Parrocchia di Priosa (1871-1880), risultano in America da 7 anni, indi dal 1873 circa.
Costoro erano:
Ferretto Antonio nato a Salto nel 1856,
Ferretto Catterina, nata a Salto nel 1859,
Ferretto Luigi, nato a Salto nel 1841,
Ferretti Gaspare d'Antonio nato a Salto il 10 luglio 1866.
Ferretto Costantino fu Antonio, sposo di Sbarbaro Catterina, zio dei suddetti evidentemente si era recato in America già da prima, visto che il figlio Costantino è nato a New Orleans nel 1867.
Nello Stato delle Anime della Parrocchia di Priosa d'Aveto del Luglio del 1889 rileviamo che Ferretti Gaspare fu Antonio, la moglie Repetti Giulia e il figlio Raffaele sono rientrati dall'America.
Sono rientrati anche il fratello Ferretti, o Ferretto, Costantino con i figli Costantino, nato in America nel 1867, Rosa nata a Salto nel 1877, e Antonio.
La moglie Caterina Sbarbaro non compare, forse è già morta.
Nello Stato delle Anime del dicembre 1894 non compare nessuno dei due gruppi familiari.
È interessante notare che queste parentele hanno a che fare con Giacomo Umberto Sbarbaro, marito d'Ida Sbarbaro, che sarà l'uomo di fiducia di Bartolomeo Sbarbaro detto "Bertumè", o "Giullàn".
Sbarbaro Catterina e Sbarbaro Maria, spose dei fratelli Ferretto Costantino e Agostino, erano sorelle di suo padre Antonio, detto "Lallin".

Dal che si evince che i fenomeni migratori seguono un copione ben preciso, i primi a partire, ossia i pionieri, tentano la fortuna.
Qualcuno ce la fa e s'insedia sul territorio.
Stabilitosi, chiama i parenti, che a loro volta chiamano altri parenti o amici, man mano si forma una nuova comunità.
Per ciò che riguarda gli emigranti della Parrocchia di Priosa d'Aveto verso l'America, si possono distinguere schematicamente alcuni periodi, come si può intuire dalle date.
Il primo quello dei "pionieri" va dal 1850 circa a tutto il 1860.
Il secondo va dal 1870 a tutto il 1880.
Il terzo dal 1890 al 1900.
Il quarto dal 1900 al 1915. Poi oltre fino al 1924.
Il tutto pare avvenire senza soluzione di continuità.
L'espansione demografica nelle zone del nostro Appennino dovuta ad una serie di fattori, non ultimo la raggiunta Unità d'Italia, con la conseguente stagnazione dei conflitti sul territorio nazionale, crea una sovrabbondanza di mano d'opera che deve trovare sbocchi opportuni.
Probabilmente come suggerisce Andrew F. Rolle in Gli Emigranti Vittoriosi, dall'originale "The Immigrant Upraised", A. Mondadori Editore, 1972, p 27:
"All'emigrazione non si contrapponeva altra alternativa se non quella di rimanere in un paese dove le condizioni di vita diventavano sempre più basse e dove l'apatia sembrava rendere immutabili le disegualianze sociali. Ma quali fossero i sentimenti dei settori più poveri del popolo italiano apparve chiaro dopo il 1870. Allora i governi d'Italia unita ebbero il loro da fare per soffocare le rivolte dei contadini affamati. In tutto il decennio tra il 1880 e il 1890 fu un esplodere di sommosse tanto nelle città quanto nelle campagne della Lombardia, della Calabria, della Sicilia, sommosse che videro gli operai delle città unirsi ai contadini ridotti a vivere a livello più basso della pura sussistenza. Ma allora tutte le sommosse si spensero nella mortificante repressione governativa, così come doveva accadere più tardi per le manifestazioni milanesi contro la tassa sulla macinatura e la penuria di grano".
Rammentiamo che una delle cause del disagio sociale di quegli anni difficili fu, secondo il Rolle, l'epidemia di colera del 1887.
Cita, ancora, Andrew F. Rolle in "The Immigrant Uprised", op. cit., pp. 36-38:
"Se fra il 1860 e il 1870 non più di 12 mila italiani emigrarono negli Stati Uniti, la crisi agricola italiana del 1887, acutizzando la disoccupazione e abbassando la domanda di manodopera contadina, stimolò fortemente l'emigrazione. A quell'epoca le nascite, in Italia, superavano di 350 mila unità all'anno i decessi. Nel 1906, nonostante il forte flusso emigratorio, la popolazione italiana aumentava annualmente di undici unità ogni mille. L'imponenza dell'emigrazione italiana appare evidente quando si pensi che nei pochi anni del nostro secolo che precedettero la prima guerra mondiale ben 8 milioni e mezzo di italiani si trasferirono all'estero. Se è vero che di questi ne rientrarono in seguito 2 milioni e 400 mila, furono pur sempre 6 milioni e 100 mila gli emigranti su una popolazione complessiva di 35 milioni. La massima parte degli emigranti italiani negli Stati Uniti vi giunse fra il 1880 e il 1924 e fu una delle più grandi ondate emigratorie di tutti i tempi. Una delle più grandi e l'ultima. La ricerca di nuovi approdi in una Terra promessa generò una vera e propria febbre emigratoria.
La maggior parte degli italiani che si dirigevano in America veniva dalla campagna e non aveva mai visto una grossa città prima di arrivare al punto d'imbarco. Dal 1880 i porti di Genova, Napoli e Palermo diventarono grandi centri di espatrio. Per evitare l'affollamento dei porti, le società di navigazione avevano l'ordine di comunicare soltanto le date di partenza. Ci fu un giorno in cui ben 15 mila italiani sbarcarono a Ellis Island nelle ventiquattr'ore. Il viaggio in terza classe da Napoli a New York, che nel 1880 costava 15 dollari, era salito a 28 nel 1900
[...] Quanto all'Italia, nel 1901 se ne andò mezzo milione di persone su 32 milioni e mezzo; nel 1913 una persona su quaranta. Doveva venire il giorno in cui gli oriundi italiani avrebbero costituito la seconda comunità straniera, in ordine di grandezza, degli Stati Uniti: nel 1910 il censimento federale dava presenti 1.343.000 italiani, e la cifra saliva al disopra dei 2 milioni tenendo conto dei loro figli nati in America. Nel decennio che seguì giunsero altri 1.109.524 italiani, e questo flusso continuo creò qualcosa come un ponte vivente tra la madrepatria e l'America.
Relativamente pochi erano, fra questi immigrati coloro che possedevano un'alta specializzazione o una buona cultura, In un certo senso, quanto più l'italiano era incolto, tanto più vedeva nell'America un Eden. Il Nuovo Mondo prometteva al lavoratore generico di trasformare in una ghirlanda di fiori la sua corona di spine.
Di quando in quando ci pensava il Congresso a rallentare, con le sue leggi, il flusso immigratorio. Nel 1882 negò il permesso d'entrata ai poveri in senso assoluto, ai delinquenti e ad altre categorie di indesiderabili. Nel 1885 vietò il lavoro straniero a contratto; nel 1917 impose, per gli immigranti adulti, una prova di alfabetismo. Tutte queste restrizioni rappresentavano una reazione economica e sociale all'impressionante aumento dell'immigrazione dal 1880 in poi e allo spostamento della zona d'origine verso l'Europa centro-meridionale e orientale: nel quinquennio 1911 -1915, il 67,4 degli immigranti in America venne infatti da tali aree. Durante la prima guerra mondiale vi fu un naturale rallentamento dell'immigrazione, e nel 1921 il governo federale rafforzò drasticamente il rallentamento naturale stabilendo delle quote massime nazionali, finché nel 1924 la politica della
permanet quota, caldeggiata dai sindacati operai americani, interruppe completamente il flusso della manodopera a buon mercato e non organizzata. Nonostante la riduzione dell'immigrazione, gli italiani immigrati negli Stati Uniti avevano raggiunto, nel 1950, la cifra di 4.776.884."

Ricordiamo che vi furono altre epidemie di colera oltre a quella citata da Andrew F. Rolle del 1887, ossia quella del 1866, preceduta dall'epidemia del 1854 che probabilmente influirono sulle prime ondate migratorie.
Nel 1866 il colera si diffuse a Genova nell'Agosto, i casi erano di circa 30 al giorno con 15 morti accertate.
I vecchi valligiani raccontavano di un episodio di colera accaduto a Cardenosa, parrocchia di Priosa d'Aveto.
Una donna si era ammalata del terribile morbo. Infine era morta.
Si racconta che abitasse nella casa che fu poi del "Giuanin du Piccin".
Pare che avesse un figlio detto Pasquale e una figlia.
La portarono via di casa legandole una corda al collo, per paura d'infettarsi, e la seppellirono in una fascia posta nei pressi del paese. Detta fascia era accanto alla "Cassetta" ove un tempo a Cardenosa si teneva la macchina per battere il grano.
Fino ai primi decenni del Novecento sul luogo della sepoltura campeggiava una croce, che ogni tanto era ripristinata.
Poi, anche, quel segno d'umana pietà sparì.

Il fenomeno migratorio verso l'America, ossia principalmente gli Stati Uniti d'America, riguardo alla parrocchia di Priosa d'Aveto pur con le dovute approssimazioni interessò, da una stima rapportata ai circa 25 anni fra il 1855 e il 1880, circa 150 persone.
I residenti in parrocchia erano all'epoca, in media, circa 700/800.
Il picco emigratorio si registrò negli ultimi tredici anni, ovvero fra il 1867 e il 1880.
Occorre ricordare che negli stessi anni altre persone si diressero verso Roma, ossia circa 24 fra le parentele degli Sbarbaro di villa Sbarbari e i Repetti di Noci e Mandriole.
Altre, stagionalmente, verso la Versilia e la Maremma Toscana.
Almeno 15 persone delle parentele dei Repetti di Cardenosa (Ca' da Basso) e Biggio di Cardenosa nacquero a Pietrasanta (Lucca).
Almeno 3 persone della parentela dei Biggio di Cardenosa nacquero a Seravezza (Lucca).
Altre persone si diressero verso Genova, Chiavari, e Lavagna.
I dati si ricavano, facendo un'analisi approssimativa, dal Registro della Popolazione del Comune di Santo Stefano d'Aveto- Parrocchia di Priosa (1871-1880).

A proposito dell'emigrazione verso Pietrasanta, in Provincia di Lucca, è emblematica la genealogia della famiglia "Canoniere" di Cardenosa (Ca' da Basso), detta poi dei "Caccelli".
Il capostipite è Repetti Gio Maria fu Agostino, contadino, nato a Pietrasanta nel 1823 e morto nel 1855 circa, residente a Cardenosa.
Sua moglie è Biggio Serafina, fu Agostino e fu Biggi Maria, nata verso il 1827.
Loro figli furono: Catterina, Gio Maria detto "Girumottu", Domenica, Luigi detto "Luigin da Giurma".
Repetti Catterina, di Gio Maria fu Agostino, nata a Cardenosa nel 1847 si mariterà a Sbarbari.
Repetto Gio Maria di Gio Maria, detto "Girumottu", nasce a Pietrasanta il 28 Gennaio 1850.
La prima moglie di Gio Maria "Girumottu", ossia Biggio Catterina, di Stefano e d'Antonia Repetti, della famiglia dei "Bistè" di Cardenosa (Ca' da Basso), nasce a Pietrasanta nel 1859 e muore a Genova il 7 Gennaio 1880.
Loro figli saranno:
Giovanni, detto "Balilla" nato a Genova il 13 Marzo 1874,
Giovanna nata a Pietrasanta nel 1875,
Serafino nato Cornigliano (Ge) il 19 Aprile 1878, muore il 2 Gennaio 1880 a Genova.
Rimasto vedovo, Gio Maria Repetti detto "Girumottu" sposerà Sbarbaro Catterina d'Agostino e di Ferretti Catterina, nata a Villa Sbarbari il 23 Febbraio 1861.
Il padre di Catterina era Sbarbaro Agostino, fu Antonio e fu Catterina Sbarbaro, detto "Stinolla" o "u Sufficiente", nato a Villa Sbarbari nel 1833, della famiglia dei "Bettinin".
Sua madre fu Ferretti Catterina, d'Agostino e Giulia Sbarbaro, detta "a Pochettin-a", nata nel 1837.
Il fratello di Catterina, ossia Gio Maria Sbarbaro, detto "Landin", nato a Villa Sbarbari nel 1872, lavorerà prima in porto a Genova, poi aprirà la prima osteria al paese di Sbarbari.

I figli di Gio Maria Repetto, detto "Girumottu" e Catterina Sbarbaro saranno: Pietro Agostino detto "Stinin", Rosa detta Rusin-a, Giuseppe detto Giosepìn, Carlo detto Carlin, Maria detta Marrì.
Pietro Agostino detto "Stinin", Giuseppe detto "Gioseppin" e Carlo detto "Carlin", lavoreranno negli scaricatori di carbone del porto di Genova, ossia nella Compagnia dei "Carbunè".
Repetti Gio Maria, detto "Girumottu", era uomo che godeva di prestigio nella parrocchia di Priosa d'Aveto, tanto è vero che venne eletto Consigliere Comunale.
Fu lui che arrestò a Brugnoni, grazie al valente aiuto di due paesani di Salto, il bandito "Gabba". Costui era il terrore dei viandanti che valicavano il passo, presso la località Feia, che dalla Val d'Aveto immetteva verso Fontanabuona.
Detto passo si chiamò da allora "Passo del Gabba".
Si racconta che il "Girumottu" pronunciò al "Gabba" la fatidica frase: "In nome della Legge sei arrestato".
I due paesani del Salto, appartenenti alla famiglia dei "Duri", che si erano seduti accanto al "Gabba" impedendogli di alzarsi e fuggire gli dissero: "Ne te smèe che tè in te man da Giustizia", ovvero "Non ti muovere che sei nelle mani della Giustizia".
"Girumottu" si sposò una terza volta con certa Angiolina, detta "lalla Ciòu", di Alvari presso Favale.
L'altra figlia di Repetti Gio Maria fu Agostino, detto "Canoniere"o "Cononiere", ossia il padre del "Girumottu", era Domenica. Nata nel 1852, morì nel 1873 circa.
Il figlio, ossia Repetti Luigi di Gio Maria fu Agostino, detto "Luigin da Giùrma", nasce a Genova l'11 Dicembre 1855. Era un valente "Mazzacan", ossia "Muratore".
Il soprannome gli derivava dalla contrazione del nome della madre Geronima. In valligiano Geronima si pronunciava "Giùrma".
Sua moglie Biggio Giovanna, di Stefano e di Repetti Maria Antonia, della famiglia dei "Bistè", nasce a Pietrasanta il 3 Aprile 1855.
Ebbero una figlia Catterina Repetti, detta "Fiurun-a".

I figli del fratello di Gio Maria Sbarbaro, detto Sciarbellino, ossia di Sbarbaro Agostino fu Giovanni detto "Murinà" della famiglia degli Zoppi di Sbarbari, emigrarono anch'essi in America.
Giovanni Sbarbaro il secondogenito, nato a Villa Sbarbari nel 1856 circa, ebbe tre figli Agostino, Antonio e Clotilde.
Nello Stato delle Anime della Parrocchia di Priosa d'Aveto del luglio 1889 Giovanni Sbarbaro è registrato col padre Agostino, la madre Maria, e i fratelli Agostino, Antonio, Gio Batta e Catterina.
Giovanni è altresì registrato nello Stato delle Anime del dicembre del 1894.
Figurano pure il padre Agostino, i fratelli Antonio e Gio Battista, le cognate ed i nipoti, e sua moglie Repetti Maria Agostina con i figli Agostino e Antonio.
In America Giovanni, detto "Gianni", cambiò forse il cognome in Sbabo, perchè di più facile pronunzia. Si dice che ebbe ancora una figlia, ossia Giulia.
Il quarto figlio d'Agostino Sbarbaro, detto "Gustino" o "u Murinà", ossia Antonio, nato a Villa Sbarbari nel 1860 circa, si sposò con Repetti Cecilia, d'Antonio detto Tidella e di Repetti Rosa fu Gio Batta, nata a Codorso nel 1865.
Cecilia era sorella di Repetti Agostino d'Antonio, detto "u Repettu", nato a Codorso nel 1863, anch'egli emigrato in America.

Agostino Repetti d'Antonio, detto "u Repettu", di Codorso parrocchia di Priosa d'Aveto, emigrerà in America in periodi diversi.
Il 28 Novembre del 1902, a 39 anni, sbarcherà ad Ellis Island insieme alla moglie Repetti Maria Giovanna, detta "Giuanin-a".
Giovanna, figlia di Giovanni Repetti fu Benedetto e di Biggi Rosa, era nata a Cardenosa nel 1864 circa.
Il padre Giovanni Repetti fu Benedetto e Biggi Maria (fu Vincenzo e fu Catterina Biggi), detto "u Caren-a", della famiglia dei "Batin", era nato a Cardenosa nel 1845.
Il soprannome di famiglia derivava probabilmente da tal Biggio Gio Batta, da cui "Batin", padre della nonna di Giovanni fu Benedetto, tal Rosa Biggio nata a Cardenosa nel 1799.
La madre di Giovanna, detta "Giuanin-a", era Biggio Maria Rosa fu Gio Batta, detta "Rusin-a" o "Gnoru", nata a Cardenosa nel 1856 circa.
Con Agostino e Giovanna sbarcherà il nipote, tal Biggio Giuseppe nato nel 1882 circa.
Agostino dichiarerà di essere stato in America nel periodo 1880 - 1901.
Giovanna, sua moglie, dichiara il periodo 1888 - 1901. Per il nipote è la prima volta.
I coniugi e il nipote saranno ospiti di Repetti Antonio fu Antonio, al 31 Park Street, New York City.
Antonio era fratello d'Agostino detto "u Repettu".
Antonio era emigrato in America in precedenza.
Pare che sia sbarcato anch'egli a New York nell'anno 1902, se fosse l'Antonio Repetti, nato a Lucca nel 1867, registrato dall'Ufficio Immigrazione.
È probabile che costui sia il Repetto Antonio d'Antonio nato nel 1867 che si trasferì al ritorno dall'America a Monteghirfo in Val Fontanabuona, ove evidentemente si era sposato.
Si racconta che gestisse 2 botteghe sulla strada che portava a Verzi.
Suo figlio era Andrea Repetto detto "Baccin". Aveva una Bottega e commerciava olio.
Ogni tanto veniva a Codorso ed era accolto come un parente.
Un figlio d'Andrea, ossia Antonio Repetto, nato nel 1906, fu un valente Professore nel campo della medicina.
Nello Stato delle Anime della Parrocchia di Priosa del 31 luglio 1889 Agostino Repetti, detto anche Baccin, è registrato a Codorso con la sorella Cecilia e i genitori: Antonio Repetti fu Agostino, detto "Tidella", e Rosa Repetti fu Gio Batta.
Sua moglie Giovanna è registrata, ancora, in casa dei genitori a Cardenosa.
Nello Stato delle Anime del dicembre del 1894 Agostino è registrato a Codorso con la moglie Giovanna e le due figlie Rosa e Maria, detta Meri.
Agostino, detto "u Repettu", sbarcherà nuovamente in America nel Novembre del 1912, sempre ospitato a New York dal fratello Antonio, che nel frattempo avrà cambiato residenza.
Agostino, stavolta, dichiarerà di essere stato in America nel periodo 1908 - 1911.
Evidentemente ogni tanto faceva ritorno in Italia per dare una mano ai genitori nel periodo della fienagione, ed in occasione del Natale.
Pare quasi ovvio pensare che per alcuni dei paesani della parrocchia di Priosa d'Aveto le emigrazioni verso l'America avvengano ad intervalli di tempo.
Gli emigranti rimangono in America fino a che dura il lavoro.
Poi, messo insieme qualche dollaro, ritornano in patria.
Occorre considerare che avere la residenza in America non significava essere là trapiantati stabilmente. Importante era ove fosse il domicilio, che in alcuni casi continuava ad essere mantenuto al paese e indi nel Comune di Santo Stefano d'Aveto.
Da tempo, erano emigrati in America Domenico e Gio Maria Repetto, ossia gli zii d'Agostino e Antonio Repetto, d'Antonio fu Agostino "Tidella".
Agostino Repetto detto "Repettu", dopo l'esperienza Americana lavorerà in porto, probabilmente nella Campagnia dei "Carbunè".
Oltre a Rosa e Maria, detta "Meri", Agostino Repetto detto "Repettu" e Giovannina Biggio ebbero ancora Giovanni detto "Zane", Attilio detto "Tilliu", e Linda.
Rosa sposerà Repetti Domenico d'Antonio, detto "Meneghin", delle Mandriole.
Maria, detta Meri, sposerà Biggio Andrea (Andrew) di Vincenzo, detto Endru di Cardenosa, nato in America.
Attilio, detto "Tilliu", nato a Codorso nel 1903, sposo di Repetti Assunta di Simone, emigrerà in America, ma presto ritornerà al paese. Per qualche tempo lavorerà anche in porto a Genova.
Giovanni, detto "Zane", sposo di Canessa Bice, andrà in seguito in America, ma da "navigante", essendo imbarcato a bordo di una nave.
Linda sposerà Giovanni Repetto, detto "Giuanin da Pippa", o "Giuanin du Maran", di Codorso.
"Giuanin" era figlio di Giovanni, detto "Maran", anch'egli emigrato a suo tempo in America.
Si suppone che il soprannome "Maran" sia da intendersi nell'eccezione di "Furbo", o "Scaltro".


Pare ovvio che eminenti Studiosi dell'Emigrazione, che vanno presentando il fenomeno in maniera quasi oleografica, con gli assalti alle navi in partenza dal porto di Genova verso una destinazione sconosciuta, debbano rivedere alla luce di quanto sopra, e in base agli studi di Leo Aldo Narducci, alcune loro posizioni.
Dopo il periodo dei pionieri c'era sempre un referente, zio, fratello, cugino verso il quale puntare in caso di bisogno.
L'emigrazione oltre Atlantico per i nostri valligiani, eccetto alcuni casi, s'incanalò verso destinazioni certe nell'incertezza.
Nel nostro Appennino il vincolo della "Parentela" è sempre stato un importante collante nel caso di mutuo soccorso fra gruppi familiari aggregati.
Rimandiamo a: Osvaldo Raggio, Faide e Parentele. Lo stato genovese visto dalla Fontanabuona, Einaidi, Torino 1990, per rendersi conto di ciò che già avveniva nel 1500.
Questo sistema ha continuato a funzionare sino agli anni 60 del XX secolo.
Poi è arrivato il progresso...

Gli zii d'Antonio Repetto e di Agostino detto "u Repettu" erano Domenico e Gio Maria Repetto.
Il primogenito Domenico Repetto, fu Agostino detto "Agostinetto", nato a Codorso nel 1824, era in America dal 3 Aprile 1872.
Nel 1880, il secondogenito Gio Maria Repetto fu Agostino nato a Codorso nel 1828, era in America da 20 anni, indi dal 1860 circa.
È probabile che Repetto Catterina d'Agostino, nata a Codorso nel 1835, fosse sorella di Domenico, Gio Maria ed Antonio.
Costei sposò Cella Domenico di Paolo, nato a Parazzuolo nel 1828, della famiglia dei "Basetta". Nel 1880 sono in America da 7 anni.

Il patriarca, ossia Repetto Agostino, fu Antonio e fu Giacomina, maritato ad Antonia Sbarbaro, nato a Codorso nel 1797, era detto "Agostinetto".
Altro figlio del patriarca Agostino detto "Agostinetto" e di fu Antonia Sbarbaro era Repetto Agostino detto "Barbottu", fratello dei succitati Antonio detto "Tidella", Domenico e Gio Maria. Nato a Codorso nel 1833, maritato a Garbarini Maria detta "Marin-a", fu Agostino e di Catterina Garbarini, nata a Costafinale nel 1846, Agostino si recherà in America con la moglie.
Saranno accompagnati dal "compare", ossia Repetto Giovanni, d'Agostino fu Simone detto "Dindiu" e fu Angela Repetto, della famiglia dei "Monin", nato a Codorso nel 1847 circa, appellato "Maran".
Con il "Maran" emigreranno la figlia di primo letto Teresa, detta "Texiu", e la seconda moglie Repetti Rosa d'Agostino, della famiglia dei "Chichin", nata a Codorso nel 1860 circa.
Costei era sorella della prima moglie di Giovanni, ovvero Giovanna Repetti d'Agostino detta "Giuanin-a", nata a Codorso il 6 Agosto 1855, e prematuramente scomparsa lasciando al marito la figlia Teresa, nata nel febbraio del 1878.
Si diceva che Teresa avesse all'epoca circa tredici anni, indi si presume che il trasferimento in America sia avvenuto intorno al 1890/91.
A New York Giovanni Repetti, detto "Maran", dopo aver fatto il suonatore ambulante d'organetto con scimietta al seguito, lavorò nel porto di Brooklin.
La moglie, intanto, s'impiegò in una fabbrica di cioccolata.
A New York nel 1891, nacque il figlio Luigi, detto "Luigin".
Luigi che non compare nello Stato delle Anime della parrocchia di Priosa del Luglio 1889, ove invece compaiono il padre Giovanni detto "Maran" e la sorellastra Teresa detta "Texiu".
Compare in quello del dicembre 1894, accanto al padre Giovanni d'Agostino, a sua mamma Repetti Rosa e alla sorella Teresa.
Indi, si presume che all'epoca la famiglia sia rientrata dall'America.
La "Marin-a", ossia Maria Garbarini, o Garbarino, moglie d'Agostino Repetto detto "Barbottu", per tutto il periodo della traversata, circa un mese, si racconta che rimase, a lungo, bocconi in cuccetta rimettendo sovente.
Repetto Agostino, detto "Barbottu", era stato in America molti anni prima.
Si evince da una dichiarazione resa presso la Pretura di Santo Stefano d'Aveto il 15 Agosto 1875, ove dichiara: "...nell'epoca del conto preteso [anni 1871/1872] trovarsi in America fuori famiglia". Indi, si trovava in America all'epoca dell'emigrazione del fratello Domenico.

Un fratello di Repetto Giovanni d'Agostino, detto "Maran", era già stato in America.
Era costui Repetto Simone, d'Agostino e di Biggio Serafina, detto "barba Scimun", nato a Codorso nel 1843.
Sua mamma, ossia Serafina Biggio, nata a Cardenosa nel 1819, era figlia di fu Gio Maria Biggio e di fu Biggio Maddalena.
Gio Maria Biggio fu probabilmente il mugnaio dei Molini di Cardenosa.
Proseguì la sua opera il figlio Luigi Biggio, detto "Bìnciu", nato a Cardenosa nel 1823 e morto nel 1899 circa.
Simone, sposò Ceciglia Repetto, d'Agostino fu Antonio detto "Agostinetto", nata a Codorso nel 1835.
Nel 1880 erano in America da circa 8 anni, indi dal 1872.
Ceciglia Repetto d'Agostino detto "Agostinetto" era, dunque, sorella di Domenico, di Gio Maria,
d'Antonio detto "Tidella" e di Agostino detto "Barbottu".
Interi gruppi di parentele a catena si trasferivano in America.

 

Continua...
Piccola storia dell'emigrazione a Priosa d'Aveto (parte III) Piccola storia dell'emigrazione a Priosa d'Aveto (parte V)

 



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Somos interesados a publicar documentos y estudios que tengan por objeto los argumentos tratados en este sitio. Si por ejemplo estan efectuando estudios historicos o geneologicos que interesen a Genova y aledaños y deceen hacer conocer vuestros trabajos o ponerse en contacto con otros visitadores para eventuales intercambios de informaciones, pueden contactarnos y enviarnos vuestro artìculo (pueden escribir en qualquier idioma) en el cual sea descrita la investigaciòn que esten realizando.
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Pagina pubblicata il 15 aprile 2005, letta 7137 volte dal 23 gennaio 2006
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