Principessa (fabula)

di Sandro Sbarbaro

V'era, nel paese di Saint Pierre, una mamma che amava la sua piccola di un amore eccessivo, diremmo asfissiante.
Ciò era dovuto al fatto che Principessa, come tutte le figlie uniche, era il vaso verso il quale si riversano i rivoli degli affetti che ognuno porta entro sé e che servono ad alimentare la pianta della vita.
Così, senza che ce ne rendiamo conto, per troppo amore,riusciamo a far seccare anche le piante più belle.
E si sa che i vasi senza fiori non servono a nulla.
Principessa, per eccesso d'amore, cresceva disamorandosi di tutto ciò che le giostrava attorno.
Tutto, infatti, avrebbe ottenuto grazie ai denari che il padre, mastro intagliatore delle carrozze del re, le avrebbe donato.
La mamma, che per lei stravedeva, quando era già grandicella la portava negli atelier più rinomati onde si servivano le principesse della corte...
E, pur di accontentarla, non badava a spese tanto che le principesse di sangu blù al suo confronto, spesso, sfiguravano.
Principessa, pur non essendo bella, aveva una classe innata ed uno charme che, uniti ad un certo gusto nella scelta degli abiti, la facevano sembrare una principessa davvero.
La mamma sua avrebbe voluto darla in isposa ad un principe di sangue reale...
Principessa,dapprima, aveva bazzicato con giovani di un livello sociale inferiore alle attese della madre.
Cosicché, questi venivano regolarmente bocciati dalle ragioni che la buona donna adduceva acciocché non diventassero, mai e poi mai, i futuri sposi della sua piccola...
Ben presto però, grazie alle conoscenze del padre nell'ambito della corte, fu accolta in società dai figli dei principi ed ebbe modo di conoscere diversi giovin d'alto lignaggio. Con qualche d'uno ebbe delle infatuazioni, tipiche dei ragazzi che frequentano a lungo un ambiente ristretto, ma nulla di veramente importante.
La madre, intanto, fremeva perché passavano gli anni e Principessa pareva non avere interesse alcuno a coronare il sogno che la mamma sua covava da così lungo tempo.
V'erano state anche delle parole al riguardo...
Così come capita in tutte le famiglie che si rispettino...
Ove i genitori amano, alla fin fine, vedere accasati i loro figli ed aver, magari, il tempo di giocare con quei batuffoli di carne rosa, che sono il frutto dell'amore degli sposi novelli.
Le mammme, soprattutto, riversano sulle figlie tutte le aspirazioni non realizzate nel corso della loro esistenza.
E ciò è umano perché ognun vorrebbe che i propri cari vivessero il meno possibile le brutture del mondo.
Se questi sono, infine, sangue del proprio sangue si darebbe la vita perchè si realizzasse in positivo quella del figlio...
Un giorno Principessa si innamorò di un bel principe, dai lunghi capelli biondi, che faceva sognare le ragazze della corte. Questi aveva vissuto, per qualche tempo, con una principessa malvagia per poi separarsene in preda ad un forte esaurimento...
Principessa lo confortò con la sua amicizia finché, da questa, non nacque qualcosa di più grande che si poteva dir alfin amore...
Se l'amore è:
"Veder solo l'altro e null'altro vedere o sentire."
Se sentire è:
"Il sangue che pulsa forte sino a stare male."
Se il male è:
"Il bene portato all'estremo."
Se l'estremo è:
"Solo un piccolo passo verso ciò che chiamiamo Amore."
La mamma sua, come tutte le mamme, vedeva e sentiva da mamma, e qualcosa,in quel giovane principe, non la convinceva.
Forse la superficialità dell'uomo che ancor non era tale, essendo rimasto ragazzo...
Sta di fatto che, spesso, metteva Principessa sull'avviso.
E colei che più amava oltre la vita, pian piano, si allontanava da lei per amore
di un'altra vita.
Principessa dovette, infine, accorgersi che le mamme, anche se spesso pensano di aver ragione, non vanno sottovalutate poi troppo.
E così, tempo dopo, lasciò il suo bel principe perché a questi tanto aveva
donato e poco aveva ricevuto.
La sua mamma la accolse con gioia, dimenticando che non era più bambina.



Pagina pubblicata il 20 agosto 2004, letta 6173 volte dal 23 gennaio 2006

margin-top:8px; height:23px;">