Valdaveto.net > Profilo personale di Sandro Sbarbaro > Racconti e testi teatrali > Sproloquio
In un paese chiamato "Non so" viveva una fanciulla dai lunghi capelli castani.
A volte li portava lunghi sulle spalle, altre li portava a guisa di treccia.
Aveva una corporatura minuta, che la faceva assomigliare ad una bambina, anche se tale non era già più da qualche luna.
Altro suo vezzo era il modo di camminare: alle volte trascinava i piedi controvoglia, quasi a voler rallentare il suo ingresso nel mondo dei grandi; altre li muoveva rapidamente, caracollando a velocità impensata, verso la meta prefissata.
A volte nei suoi occhi v'era la tristezza, perché ella non conosceva tutte le cose del mondo.
Si struggeva a tal punto di non conoscerne nuove che, periodicamente, l'assalivano forti mal di capo.
Questa sua innata curiosità l'aveva contraddistinta, sino dalla nascita, (aveva una gemella che curiosa non era per nulla) al punto che era appellata "Miss Curiosity".
Per ovviare agli stati di malumore o tristezza amava mangiare grosse coppe di gelato.
E, per uno strano sortilegio, il sorriso tornava ad accarezzarle il viso, che s'illuminava come il mare al sorgere del sole.
A volte le ridevano gli occhi, che aveva di un verde opalino e che, s'era felice, mandavano lampi di gioia, al contrario, se imbronciata, erano cupi come il mare in burrasca.
I principi del circondario amavano questa ragazza curiosa e bizzarra, e, nelle sere d'estate, l'invitavano a lunghe cavalcate nei dintorni.
Per convincerla le offrivano una coppa di gelato e "Miss Curiosity" la divorava con gli occhi che sprizzavano gioia.
Dopo la "carica", procuratale dalla coppa di gelato, la fanciulla, sottoponeva i giovani ad un'estenuante serie d'indovinelli.
Il principe di turno, generalmente, non sapeva che rispondere in parte alla raffica di domande.
"Miss Curiosity", indispettita, lo licenziava con un "Buona notte... Arrivederci".
Un dì, un principe scaltro anziché rispondere agli indovinelli della fanciulla, a sua volta, ne poneva altri sempre nuovi, mettendola in una situazione per lei strana ed intrigante.
A volte, "Miss Curiosity", non sapendo rispondere, chiedeva al principe di svelarle la soluzione degli indovinelli.
Egli, con fare arguto, centellinava le risposte rimandandole di giorno in giorno.
Così la fanciulla, per soddisfare la sua sete di sapere, era costretta a vederlo quasi tutti i giorni.
Un giorno si accorse che non poteva più fare a meno di lui e, oltre la sapienza, iniziò ad apprezzare la sua bontà e l'aspetto fiero e combattivo.
Fu così che un giorno gli dichiarò il suo amore con gli occhi che sorridevano, come solo lei sapeva fare.
Un brutto giorno il "dio Vento", che tempo prima era rimasto affascinato dalla fanciulla (se n'era invaghito accarezzandole per caso i capelli), diventò invidioso di questa felicità.
E pur vero che lei lo ignorava, dopo averlo sedotto, visto che "le risposte sono nel vento", ma per lei si trattava solo di un'affettuosa amicizia...
Il "dio Vento", bramoso, la rapì al suo principe.
Ora "Miss Curiosity" sa "tutte le risposte", ma non sorride più con gli occhi come un tempo.
(1989/2004)
Pagina pubblicata il 1° settembre 2004, letta 6274 volte dal 23 gennaio 2006