Valdaveto.net > Emigrazione > Rubrica 'Piccola storia dell'emigrazione da Priosa d'Aveto (1806 - 1924) e genealogie' > Piccola storia dell'emigrazione da Priosa d'Aveto - Capitolo 3: J. F. Fugazi
Cerchiamo di capire perché alcuni dei nostri valligiani preferivano come punto d'imbarco il porto di Le Havre, posto sulla costa atlantica della Francia, piuttosto che Genova, affidandoci alle note dell'Almanacco Italo-Svizzero Americano (Quarto Almanacco Italo - Svizzero Americano pubblicato da J. F. Fugazi nell'anno 1884, anno 1884, n° 5, pag. 208; pubblicato da J. F. Fugazi, Montgomery Avenue, San Francisco, California; stampa di A. J. Leary, 402-404 Sansome, San Francisco).
"A New York il passeggiere s'imbarca sul vapore di mare, dando per sua convenienza la scelta alla compagnia
transatlantica francese (vedi avviso a pagina 20), che con magnifici, grandiosi e veloci vapori lo porta all'Havre in meno di dieci giorni e là giunti, con un treno speciale che trovano al punto istesso ove gli sbarca il vapore, vanno in quattro ore di viaggio, direttamente a Parigi, centro di tutte le linee europee".
È ovvio che imbarcandosi a Le Havre si risparmiava tempo e denaro.
Occorre ricordare che l'Agente Italiano sulla Costa del Pacifico
della Compagnia Generale Transatlantica Francese era J. F. Fugazi, di
chiare origini avetane.
Costui era forse originario della zona di
Montegrosso, presso Amborzasco, frazione del comune di Santo Stefano d'Aveto.
Egli era inoltre l'Agente dell'Agenzia delle Ferrovie Erie e del Chicago
Rock Island e Pacifico. Linea diretta da San Francisco a New York.
A Chicago, importante nodo ferroviario della linea che giungeva dalla California, la Chicago Rock Island e Pacifico, vi era suo figlio James Fugazi.
Lo apprendiamo dal Quarto Almanacco Italo - Svizzero Americano pubblicato da J. F. Fugazi nell'anno 1884, op. cit., pag. 206.
"Appena i nostri passeggeri scendono dal treno trovano là il
sig. James Fugazi, ufficiale ferroviario, il quale gentilmente fa del suo meglio
per venire in ajuto di quelli che la mancanza della lingua inglese o della
pratica del viaggiare potesse metterli in imbarazzo, e specialmente se gli
vengono raccomandati da suo padre, sig, J. F. Fugazi.
A Chicago si cambia treno, perchè qui ha termine la linea Great Rock Island, ed è con un ramo della
Ferrovia Erie che conviene andare a New York. Essa in sole 36 ore, percorrendo 874 miglia di strada e con tutte le comodità possibili e senza cambiamento di treno, vi mette a New York.".
Ecco la pubblicità dell'epoca, riferita all'anno 1884, che riguarda la Linea San Francisco - New York.
"I passeggieri di Prima e Seconda Classe, sono ora trasmessi in New York e viceversa in 6 giorni e 1/2 e quelli di Terza Classe in meno di 8 giorni non viaggiando di Terza che da San Francisco a Ogden. Questa casa fornisce Biglietti per ogni parte d'America ed Europa anche per mezzo Telegrafico, ecc...".
Un valligiano che voleva giungere a San Francisco senza troppe preoccupazioni, preferiva quindi affidarsi ad un viaggio tutto compreso ed organizzato da un agente, magari compaesano, del quale si
fidava.
Visto che, non conoscendo la lingua, non era in grado di fare le pur
minime operazioni che servono per cercare i treni in partenza per una
determinata destinazione ed acquisire i biglietti senza essere gabbato.
Gli agenti in Genova della Compagnia Generale Transatlantica Francese erano, pressappoco nello stesso periodo, i fratelli Gondrand.
Ricordiamo che anni dopo, nel 1906, San Francisco fu colpita da un disastroso terremoto.
Ecco un articolo, del 21 aprile 1906, da "1886 - 1986 Il Secolo XIX", supplemento del Secolo XIX, Genova 1986, pag. 127:
Come saranno finiti i liguri di San Francisco?
Forse se la sono cavata, abitano in periferia.
I liguri in California - La terrificante catastrofe di San Francisco di
California ha destato un'impressione vivissima specialmente in Liguria che ha
molti dei suoi figli in quella regione funestata da così tremendo
flagello.
Ci siamo ieri incontrati con un ligure che, per ragioni di affari, dimorò per cinque o
sei anni a San Francisco di California, il signor Francesco Gianelli, nativo di
Chiavari, residente ora nella nostra città. Egli ci narrò la vita e le vicende
della colonia italiana a San Francisco, una colonia che conta dalle 15 mila alle
20 mila persone e nella quale sono in prevalenza i piemontesi e i liguri.
I liguri, colla loro tenace operosità, sono riusciti a farsi delle ottime
posizioni: sono per la maggior parte banchieri, commercianti, agricoltori,
giardinieri. Della colonia italiana i liguri sono i più ricchi e i più
rispettati.
Oltre che a San Francisco si trovano liguri in altri centri minori della California: a
San Josè, a Stockston (Stockton), a Fresno, a Sacramento, a Santa Rosa, a Santa
Cruz, ecc...
Stockston (Stockton), una città di circa 15 mila
abitanti, conta moltissimi genovesi, la maggior parte proprietari di ortaglie
che danno un reddito invidiabile.
Fra i
liguri di San Francisco il nostro interlocutore ci fece i nomi del cav. Fugazi,
banchiere e agente di una compagnia di navigazione francese, un bel tipo di
parvenù, che si fa chiamare il papà della colonia; del cavalier Sbarbaro,
semplicemente omonimo ma non congiunto del disgraziato professore, presidente
della banca italo - americana e segretario della colonia elvetico - italiana;
del signor Belgrano, di Lavagna, cassiere della Banca Colombo.
Fra i centri della Liguria, Chiavari e dintorni hanno
una larga rappresentanza a San Francisco: ricordiamo il signor Levaggi, i
fratelli Cerutti, i fratelli Sanguineti, il ragioniere Podestà, tutti banchieri,
commercianti, importatori assai facoltosi.
Abitano i liguri piuttosto distanti dal centro, in case basse, a uno o due piani, e
quindi più resistenti ai movimenti sismici.
"Io spero - ci disse il nostro interlocutore - che le famiglie dei liguri siano
rimaste esenti, date appunto le speciali condizioni delle loro abitazioni, dalle
conseguenze di un terremoto così disastroso".
È ovvio che il cav. Fugazi citato nell'articolo del Secolo XIX è il J. F. Fugazi che pubblicava il Quarto Almanacco Italo - Svizzero Americano pubblicato da J. F. Fugazi nell'anno 1884 nel 1884.
Il cavalier Sbarbaro citato è Andrea Sbarbaro, in seguito fra i fondatori della Martini e
Rossi.
Si dice che fosse originario di Acero in Val Sturla, e fosse
emigrato in America nel 1852, ma non sono da escludersi sue origini, o
parentele, in Val d'Aveto.
Riguardo a J. F. Fugazi e a suo figlio Louis, merita approfondire la loro vicenda attraverso stralci dell'indagine compiuta da Leo Aldo Narducci, Santo Stefano d'Aveto - L'Emigrazione nelle Americhe dalla Provincia di Genova, vol. II, Patron editore, pag.314:
"Nel 1880 fra gli altri emigrò da Santo Stefano d'Aveto (anzi Montegrosso, una delle sue frazioni più povere), Luigi Fugazzi, trentenne, diretto a New York; egli discendeva da una famiglia trasferitasi in tempi parecchio precedenti, dalla Toscana in questo Comune, dove si era poi ramificata in vari ceppi. Con un po' di denaro guadagnato, il Fugazzi tornò in Italia qualche anno dopo, per aprire, nel nucleo abitato dove era nato, una modesta locanda (che la moglie venderà solo nel 1924). Tornato negli U.S.A. vi fece una rapida fortuna, aprendo e gestendo un'agenzia di viaggi, anche transatlantici, grazie alla quale favorì e stimolò l'emigrazione di molti compaesani, poi anche un'esattoria ed infine fondò una banca. Alla fine del secolo era il capo riconosciuto degli emigrati da Santo Stefano d'Aveto a New York, nel cui ambito era stata costituita nel 1886 una solida e fiorente Società di Mutuo Soccorso, che si intitolava a quel Comune e Mandamento e di cui egli fu presidente (morirà colà nel 1930). Fra i primi aderenti al sodalizio, evidentemente già emigrati da qualche tempo, compaiono Luigi Focacci, Angelo Razzetti, Luigi Roncoli, Luigi Rossi, Girolamo Sardi e Marco Tassi."
Ancora da Leo Aldo Narducci, Santo Stefano d'Aveto - L'emigrazione nelle Americhe dalla Provincia di Genova, vol. II, Patron editore, pag. 318:
"Nei primi anni del nuovo secolo operava fra New
York e San Francisco (ma soprattutto in questa seconda città) Giacomo (James) Fugazzi, evidentemente figlio di Luigi (è erronea l'indicazione,
riportata in una ricerca, pubblicata dalla Fondazione Agnelli, secondo cui egli
sarebbe emigrato da Milano), del quale sviluppò molto le attività, a dimensioni
nazionali ed internazionali. Egli risulta infatti proprietario della White Line
Travel Agency e fondatore della Fugazzi People's Bank, una delle prime
banche italiane, una delle poche che disponessero di cassaforte (altre tre ne
sorsero fra 1899 e 1906), sicché gli emigrati italiani in California, che
precedentemente si servivano di una banca francese di Long Beach, fallita nel
1899, volentieri si rivolgevano ad essa, che curava anche le rimesse in
Italia.
Tramite la White Line Travel Agency fu ulteriormente
favorita l'emigrazione da Santo Stefano d'Aveto, fornendo essa i servizi a
quanti dagli U.S.A. rientravano in Italia o pagavano il viaggio a parenti ed
amici della valle. Nel campo bancario, oltre all'istituto già citato, era stata
fondata da Fugazzi la Columbus Saving and Loan Society, cui si affiancò
nel 1906 la Italian People's Bank, con quattrocento azionisti e capitale di
200.000 dollari e con lo scopo principale di fornire mutui agli italiani,
danneggiati dal terremoto che aveva colpito la California qualche anno prima.
Con ciò i Fugazzi, oltre a trasferire da New York alla California parte dei loro
interessi, uscivano nel contempo dall'ambito del regionalismo o del localismo,
legato alla valle dell'Aveto".
La modesta locanda citata dal Narducci, riteniamo possa essere il complesso di Cadato, presso Montegrosso (cfr.: Marina Cavana, Montegrosso: una villa signorile di inizio secolo, in Canto di un patrimonio silente, Pietre disposte a suggerir cammino, Itinerari per conoscere la Val d'Aveto, Daniele Calcagno - Marina Cavana - Sandro Sbarbaro, Rezzoaglio-Santo Stefano d'Aveto, 2003, pag. 116).
Pagina pubblicata il 15 aprile 2005
(ultima modifica: 13.03.2008), letta 7535 volte dal 23 gennaio 2006
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